Violenza sulle donne, stalking, femminicidi. Ogni giorno, purtroppo, la cronaca ci assale con notizie drammatiche che vedono vittime le donne sia sul piano psicologico sia su quello fisico. Fatti raccontati perfettamente sotto forma di favola noir da Roberta Bruzzone e da Emanuela Valente nel libro scritto a quattro mani “Favole da incubo”. La celebre criminologa e psicologa forense Roberta Bruzzone ha presentato il libro a San Quirico d’Orcia nella Sala Alessandro Magno di Palazzo Chigi Zondadari accolta da una platea numerosissima composta principalmente da donne di diverse età e generazioni.
“Sono tutte storie che iniziano come favole e poi finiscono tragicamente – spiega Roberta Bruzzone, criminologa e scrittrice del libro “Favole da incubo” -, hanno tutte un filo conduttore: da un alto l’influenza dello stereotipo di genere che porta molte donne a tollerare condotte inqualificabili e a confondere un controllo ossessivo per una forma di interesse, su cui bisogna lavorare. Finiscono in incubi tra i peggiori, quelle che racconto nel libro sono storie in cui qualcuno ha perso la vita o comunque ha perso molto: chi i figli, chi la salute.”
Dieci (più una) storie di femminicidi da raccontare per impedire che accadano ancora, e che regalano una panoramica più ampia possibile, per capire che il fenomeno riguarda ogni età e contesto socioeconomico e culturale, in ogni parte d’Italia. Gran parte dei problemi affondano le proprie radici nella cultura patriarcale di cui ancora è fortemente impregnata la nostra società, aspetto che scaturisce in esiti tragici insieme a profondi disagi psicologici che si nascondono dietro a certe personalità.
“C’è un ingrediente in più, che forse per certi versi è ancora più peggiorativo rispetto alla situazione precedente – chiosa la criminologa Bruzzone -, perché il patriarcato è una problematica ed è introiettato da uomini e donne, ma a questo tipo di problematica già piuttosto seria oggi dobbiamo aggiungere quella di natura psicologica e psicopatologica che con il patriarcato va a braccetto”.