Sanità: aggressioni in corsia, i dati della Toscana. Il fenomeno è in crescita

Le vittime delle aggressioni sono soprattutto infermieri, seguiti dagli operatori sociosanitari e dai medici. Gli episodi si verificano più spesso nei pronto soccorso

Di Redazione | 21 Luglio 2023 alle 8:30

Sanità: aggressioni in corsia, i dati della Toscana. Il fenomeno è in crescita

Prosegue il lavoro della commissione Sanità, presieduta da Enrico Sostegni (Pd) sul tema della sicurezza degli operatori del sistema sanitario. La Commissione ha già ascoltato gli addetti ai lavori e i sindacati e, nella seduta di mercoledì scorso, ha audito l’assessore alla Sanità Simone Bezzini e i direttori generali delle Aziende sanitarie della Toscana, oltre ai rappresentanti della sigla NursingUp Toscana, che non avevano partecipato alle audizioni della volta scorsa.

Il lavoro, ha ricordato Sostegni, è fatto con l’obiettivo di capire le azioni messe in campo e quelle ulteriori che dovranno essere attuate nei prossimi mesi” e di arrivare a presentare una proposta di risoluzione, da votare in Consiglio, da parte della commissione.

Da parte dell’assessore e dei funzionari della Giunta regionale sono stati forniti numerosi dati, “perché è fondamentale – ha spiegato Bezzini – avere una conoscenza del fenomeno sotto l’aspetto quantitativo e anche qualitativo”. Bezzini ha preannunciato che la Giunta adotterà un pacchetto di misure concrete per combattere il fenomeno entro i prossimi due-tre mesi.

Nel 2018 è stato istituito l’Osservatorio regionale sulle aggressioni in sanità, con l’obiettivo di monitorare gli eventi, predisporre linee di indirizzo delle Asl, fare formazione e comunicazione.

Nel 2020 sono stati registrati 752 casi di aggressione, di cui 561 verbali e 191 fisiche; nel 2021 i casi sono stati 817 (591 verbali, 226 fisiche); nel 2022 1258 (935 verbali e 323 fisiche).

Nel primo trimestre 2023 si sono verificate 404 aggressioni al personale sanitario (315 aggressioni verbali, 89 aggressioni fisiche). Il fenomeno sembra dunque essere in crescita, anche se nell’ultimo periodo è stato fatto uno sforzo per far emergere casi che in passato non venivano denunciati.

Le vittime delle aggressioni sono soprattutto infermieri, seguiti dagli operatori sociosanitari e dai medici. Gli episodi si verificano più spesso nei pronto soccorso, seguiti dai reparti di psichiatria, dal settore dipendenze, dall’area Cup e da quella materno infantile. Le aggressioni che si trasformano in infortuni sul lavoro rappresentano il 7-8 per cento di tutti gli infortuni in sanità.

Tra le misure messe in campo linee di indirizzo alle aziende, percorsi formativi anche con corsi regionali, una campagna regionale di comunicazione con la realizzazione di un video, brochure e volantini. Anche da parte delle Aziende sanitarie della Toscana è stato fatto il quadro delle pratiche e delle misure adottate, dalla maggiore sorveglianza alle navette per i parcheggi, dai corsi di formazione alla maggiore vicinanza agli operatori vittime di aggressioni, dai protocolli con le prefetture ai sistemi di segnalazione.

Il fenomeno, come è stato messo in luce da tutti gli interventi, è molto complesso e deve essere affrontato da diverse angolature. Gioca spesso un ruolo importante il disallineamento tra quello che le persone pensano di dover ottenere dal servizio sanitario e quello che il sistema può e deve effettivamente fornire.



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