Sanità e aumento Irpef regionale, Cgil: "Governo non dà le risorse dovute, una scelta grave, scellerata e punitiva verso la Toscana"

Il sindacato: "Tutto parte dalla scelta del Governo di non finanziare il Servizio sanitario nazionale pubblico e di non riconoscere alle Regioni risorse a loro destinate (come il payback), previste da una legge dello Stato, per favorire il privato"

Di Redazione | 21 Dicembre 2023 alle 18:30

Sanità e aumento Irpef regionale, Cgil: "Governo non dà le risorse dovute, una scelta grave, scellerata e punitiva verso la Toscana"

Sanità e aumento progressivo Irpef regionale, la Cgil Toscana interviene sul tema. “La discussione sull’addizionale Irpef regionale deve partire dalla scelta del Governo di non finanziare il Servizio sanitario nazionale pubblico e di non riconoscere alle Regioni risorse a loro destinate (come il payback), previste da una legge dello Stato, per favorire il privato. Inoltre, il Governo non permette spostamenti tra le voci che compongono la spesa sanitaria. Decisioni gravi, scellerate e punitive verso la nostra regione in quanto colpiscono particolarmente quelle a maggior caratura pubblica nella sanità come la Toscana, dove l’aumento delle spese derivanti da voci come gas, luce e acqua si mangia gran parte delle scarse risorse messe a disposizione”.

“Avremmo avuto bisogno di più tempo per discutere dei possibili strumenti per sostenere la sanità pubblica con le sole forze dei cittadini toscani, ma l’attesa avrebbe rischiato di produrre il commissariamento della sanità, con tagli ai servizi e tassazione al massimo per tutti. A svantaggio di tutti quelli che le tasse le pagano, perché gli evasori non sarebbero stati colpiti comunque, e penalizzando soprattutto i cittadini più deboli per reddito, condizione sociale e salute, quelli cioè che hanno più bisogno di protezione da parte del pubblico, perché il pubblico è di tutti”.

“A fronte di questo sacrificio per i cittadini, che colpisce il 30% dei contribuenti e salvaguarda i redditi più bassi, la Regione può e deve dare di più. Un patto, quello del pagamento delle tasse a fronte di servizi di qualità, regge solo se i cittadini vedono un effetto tangibile, a partire dalle liste d’attesa, e se il sistema sanitario si riorganizza per rendere più efficace l’investimento nella sanità pubblica, rivedendo le funzioni delle diverse strutture sanitarie, valorizzando nel modello organizzativo di pertinenza regionale le zone distretto e riconoscendo il prezioso lavoro del personale sanitario non solo economicamente, ma anche in una diversa e più funzionale organizzazione del lavoro”.



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