Un passivo di quasi 200 milioni di euro accumulato nel 2021 dalla sanità toscana e pensare di spalmare in modo orizzontale il disavanzo sui servizi rischia di creare gravi conseguenze per i cittadini. L’allarme lo lancia il sindacato dei medici ospedalieri (Anaao), per voce del segretario regionale Flavio Civitelli.
“Il problema del deficit della sanità toscana non è soltanto nei numeri – dice -. Più che altro è nell’impatto che questo può avere nell’assistenza alla cittadinanza, considerata la persistente carenza di organico all’interno degli ospedali del territorio”.
La carenza di organico, ormai divenuta cronica come una malattia non può che ricadere, con un impatto devastante sull’assistenza ai cittadini, creando una sanità pubblica di serie B. La Regione ha annunciato centinaia di assunzioni, ma il sindacato si chiede dove siano stati impiegati i nuovi medici.
“La Regione – dice ancora Civitelli – dichiara di aver fatto assunzioni e aver aumentato il numero dei dipendenti rispetto agli anni precedenti. Noi non abbiamo motivo per non crederci, ma ci chiediamo dove e con quale programmazione queste assunzioni sono state fatte, perchè ad oggi registriamo che nei reparti di prima linea assistenziale (pronto soccorso, punti nascita, radiologie, chirurgie) mancano i medici, e ne mancano tanti. Quindi l’interrogativo che noi poniamo, in modo assolutamente non bellicoso è: queste assunzioni chi le ha decise? E dove sono state indirizzate?
Noi chiediamo quindi con forza che almeno i reparti di prima linea assistenziale non vengano sottoposti a blocchi del turnover. Ci sono milioni di prestazioni, ambulatoriali, diagnostiche, chirurgiche, che sono state bloccate perchè ritenute non prioritarie, ma bisogna ricordare che ogni volta che ritardiamo, per esempio, la diagnosi di un tumore, comprometto la qualità della prognosi di vita di quella persona.
La Regione deve programmare quello che le serve, decidere dove si investe e dove ci si ferma, senza mettere in difficoltà, così in maniera casuale, le strutture dove magari un medico si licenzia o va in pensione”.