La riapertura delle scuole è arrivata in concomitanza con la “seconda ondata” di contagi da coronavirus. Mentre il dibattito infiamma, tra chi individua la stessa come principale causa e chi difende le misure adottate, quasi tutti concordano che le principali criticità non siano legate all’interno della scuola, quanto alle immediate vicinanze al momento dell’uscita e ai mezzi di trasporto utilizzati per raggiungerla.
“Per quanto riguarda nidi e scuole d’infanzia non abbiamo problemi, questo avviene di più per i mezzi di trasporto pubblico – afferma l’assessore all’istruzione del Comune di Siena Paolo Benini.
Il problema nasce soprattutto per i ragazzi delle scuole secondarie di primo e secondo grado. Pullman carichi di studenti pronti ad affrontare la mattinata scolastica, un’immagine che sempre si è ripetuta ma che mal di sposa con le norme anti-contagio vigenti, che ha portato addirittura ad uno sciopero degli studenti la scorsa settimana. La soluzione, per Benini, ha un nome: didattica a distanza.
“Se noi prendessimo i ragazzi delle terze, quarte e quinte superiori e facessimo la didattica a distanza utilizzando delle turnazioni – spiega l’assessore – avremmo le lezioni che avvengono tutte in contemporanea ed elimineremmo una gran parte degli assembramenti sugli autobus, dal momento che per garantire trasporti a mezzo carico sarebbe necessario un numero di autobus che non è a disposizione. In Campania hanno chiuso le scuole fino al 30 Ottobre: non vorrei arrivare a quel punto. Penso che bisognerebbe cercare di diminuire il più possibile il numero di possibili contagi: creando separazione rallentiamo la diffusione”.
Una soluzione già adottata in alcune scuole che non dispongono di spazi sufficienti per la didattica in presenza: metà degli alunni in classe e l’altra metà da casa a fare lezione in contemporanea, cambiando di settimana in settimana così che tutti possano usufruire di entrambe le tipologie.
“Penso che i ragazzi non abbiano nessun tipo di problema, spesso abbiamo troppo poca fiducia nel loro senso di responsabilità e nella loro capacità di adattamento – continua Benini – Un sistema di turnazione andrebbe a incidere su altre questioni, come il personale scolastico, le attività pomeridiane extrascolastiche; non vedo perché ci si debba andare a complicare quando abbiamo uno strumento che garantirebbe contemporaneità e ci potrebbe dare un grosso aiuto, che è quello che sta già dando all’Università”.
(Foto di repertorio)