Scuola, il Comitato dei Lavoratori: "Non ci fermeremo di fronte al silenzio delle istituzioni"

"Siamo letteralmente allibiti da come le istituzioni, sindacati compresi, abbiano potuto tacere, ed ancora tacciono" dicono i lavoratori della scuola di Siena

Di Redazione | 15 Ottobre 2020 alle 10:20

Scuola, il Comitato dei Lavoratori: "Non ci fermeremo di fronte al silenzio delle istituzioni"

La scuola e il precariato continuano a rimanere tra i temi più caldi di questo periodo. Le manifestazioni da parte dei precari della scuola sulla situazione attuale continuano, ed è proprio il Comitato dei Lavoratori della Scuola di Siena ad aver diffuso il seguente comunicato, che riportiamo integralmente:

La scuola pubblica da anni ha subito smantellamenti e tagli di ogni tipo perdendo, pian piano, la priorità che dovrebbe costituzionalmente avere. La società tutta merita rispetto ed il comparto scuola traina 22.000.000 soggetti al giorno di cui 8.000.000 sono minori, studenti, il nostro presente ed il nostro futuro.

Il Covid 19 ha evidenziato ancora di più l’esigenza di investire nella scuola in termini economici, didattici e formativi: la DaD (didattica a distanza) ha mostrato tutti i suoi limiti (soprattutto per gli studenti con maggiori difficoltà) non garantendo l’inclusività di cui la scuola italiana si fa vanto. Da mesi a questa parte in tutto il territorio nazionale sono sorte organizzazioni, comitati, coordinamenti e collettivi che rivendicavano, in sostanza, la centralità dell’istruzione attraverso richieste concrete quali:

1. la divisione delle classi pollaio, ingestibili dal punto di vista organizzativo e disastrose dal
punto di vista didattico;
2. il reperimento di spazi idonei per poter tornare in classe a settembre in totale sicurezza; 3. l’assunzione immediata (per titoli e servizio) dei precari storici per garantire loro un lavoro più efficace e una vita dignitosa (dopo anni di contratti a tempo determinato) e agli alunni la continuità didattica necessaria ad un apprendimento davvero efficace;
4. il potenziamento dei mezzi di trasporto (anche al termine della fase di emergenza).

Come docenti, sapevamo che sarebbe stato un inizio di anno scolastico, inedito, anomalo e difficile ma non pensavamo fino a questo punto: ad aggravare la situazione, infatti, è stato introdotto un nuovo sistema di reclutamento (le GPS, graduatorie provinciali scolastiche) che ha rallentato ulteriormente la ripartenza e provocato non pochi disagi a studenti e lavoratori. Ancora oggi, ad un mese dall’apertura delle scuole, non sono stati convocati molti docenti a causa dei numerosi errori presenti nelle nuove graduatorie. Ci viene il sospetto che abbiano digitalizzato il sistema senza aver prima digitalizzato gli addetti ai lavori. In alcuni casi, come nella città di Siena, il sistema è stato ulteriormente rallentanto da cambi al vertice dell’USP.

A questo disagio “anomalo” vanno aggiunti tutti quelli derivanti dalla mancata applicazione delle richieste ai punti 1,2 e 4: le classi pollaio e le aule (assolutamente non adeguate a garantire il distanziamento sociale) sono rimaste le stesse e i mezzi di trasporto sono “normalmente” stracolme di studenti.

Visti tutti i problemi di cui sopra, come gruppo di docenti, abbiamo deciso di partecipare a diversi flash mob e a diverse manifestazioni come quella organizzata a Roma da Priorità alla Scuola il 26 settembre scorso. Per quell’occasione, nella provincia di Siena, la CGIL ha messo a disposizione un autobus con cui poter raggiungere la capitale e sostenere la causa insieme a genitori e studenti.

Purtroppo come docenti avevamo dato per scontato che sarebbe stato indetto uno sciopero per dare la possibilità a tutti noi di prendere parte all’iniziativa in un giorno, per molti, lavorativo. Invece con rabbia abbiamo appreso che il tanto atteso sciopero non ci sarebbe mai stato perché, ufficialmente, sarebbero mancate le condizioni burcratiche per permetterlo (USB aveva proclamato sciopero nei due giorni precedenti, il 24 e 25 settembre) ma, ufficiosamente, perché sono entrate in campo tutta una serie di futili rivalità tra sigle sindacali. Ad oggi, tutte le iniziative contro l’attuale sistema scolastico, contro le regole che fanno dell’istruzione un affare speculativo e non un investimento per le presenti e future generazioni, sono partite solo da chi la scuola la vive ogni giorno (insegnanti, famiglie e studenti) riuniti in comitati, coordinamenti o collettivi. E’ un’esperienza importante perché ci dimostra che è a partire dal basso che vengono le risposte. La protesta propositiva (le varie organizzazioni non si stanno limitando alla denuncia ma stanno avanzando proposte concrete), sebbene varia e ancora non sufficientemente omogenea, continuerà anche nei prossimi mesi.

Infatti siamo letteralmente allibiti da come le istituzioni, sindacati compresi, abbiano potuto tacere, ed ancora tacciono: di fatto si sono timidamente esposte solo in piccole occasioni, tra l’altro organizzate da altri (lavoratori, studenti o genitori) dimostrando che le critiche contro l’attuale ministra dell’istruzione rappresentano solo propaganda politica. Molti di noi si chiedono quanto sia vivo nei sindacati il sentimento di tutela dei diritti dei lavoratori e nelle istituzioni -in generale- la volontà di garantire realmente, come Costituzione vuole, una seria ed adeguata pubblica istruzione.

Invece regna un assordante silenzio: silenzio anche di fronte ai contratti Covid (che riteniamo al limite della legalità), silenzio di fronte agli esternalizzati della scuola che, in molti casi, devono ancora percepire lo stipendio della fase lockdown.
Di fronte all’inerzia di istituzioni e sindacati, i lavoratori, i genitori e gli studenti stanno dimostrando quanto la scuola stia davvero loro a cuore: non vogliono, non vogliamo, rimanere con le mani in mano ed assistere passivamente allo sfacelo dell’istruzione pubblica. Non ci fermeremo: continueremo ad organizzarci in maniera sempre più capillare e strutturata affinché la scuola sia davvero di tutti e torni ad essere una priorità”.

COMITATO DEI LAVORATORI DELLA SCUOLA DI SIENA



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