“Il polverone sollevato dalle, spero, fraintese (come si è affrettato a puntualizzare), parole del Sindaco di Firenze Nardella su Toscana Life Sciences mi permette di portare all’attenzione del dibattito che si è scatenato un tema fondamentale per il nostro sindacato. La Fondazione TLS, in realtà, non ha mai portato alla creazione di un vero e proprio distretto delle Scienze della Vita, come invece molti impropriamente sostengono, e questa è a nostro avviso la sua debolezza”. Sono le parole di Fabio Seggiani, Segretario Generale CGIL Siena, nel commentare la recente polemica scatenata dalle parole del sindaco di Firenze Dario Nardella.
“Il Distretto Industriale, così come previsto dalle normative (Leggi 317/1991 e 140/1999), avrebbe invece nella sua struttura elementi di assoluta positività per tutta una serie di ragioni, a cominciare dalla definizione dei suoi perimetri da parte della Regione, che per questo assumerebbe il ruolo di regia pubblica di strategie, indirizzi ed economie di scala – ancora Seggiani – E’ qui che si potrebbe giocare la partita più importante dove si intercettano risorse pubbliche e private che si traducono in investimenti con il prezioso contributo delle Università toscane ed in primo luogo di quella di Siena, motori indispensabili di formazione per un continuo processo legato alla qualità della ricerca e della produzione”.
“Ma il ruolo di regia pubblica regionale – prosegue – non può prescindere da un’economia di scala generata da un processo di sviluppo condiviso con imprese e parti sociali su digitalizzazione, infrastrutture, logistica, energia e ciclo dei rifiuti, tanto per citare alcuni ambiti; un progetto comune nell’ottica ambientale e circolare che oggi più che mai dovrebbe mirare ad aggredire le risorse che verranno messe in campo dall’Unione Europea con i fondi 2021-2027 e Next Generation. In tutto questo scenario le lavoratrici e i lavoratori, con la partecipazione attiva del sindacato all’interno delle dinamiche del distretto, potrebbero così beneficiare della qualità occupazionale, contrattuale e formativa, nonché, in prospettiva, di un incremento numerico, con tutte le ricadute economico-sociali nell’indotto e sul territorio”.
“E’ proprio questo che la CGIL di Siena intende quando parla di guardare anche oltre l’emergenza; su un tema così importante sarebbe necessario un confronto tra le istituzioni e le parti sociali. Anche per l’Amiata e i suoi insediamenti produttivi della moda valgono gli stessi ragionamenti, ovviamente con le diverse peculiarità che i due, spero futuri Distretti, hanno” conclude.