Il direttore generale e l’ex direttore tecnico di Sei Toscana risultano indagati nell’ambito dell’operazione “Leonida”, promossa dalla Procura di Reggio Emilia per presunti reati di corruzione e sfruttamento della prostituzione in un giro, ipotizzato dagli inquirenti, di escort di lusso, bottiglie di champagne, pernottamenti in hotel e cene costose nonché buoni carburante e biglietti per le partite di calcio offerti in cambio di appalti affidati in via esclusiva per lo smaltimento dei rifiuti.
Ai due manager sarebbero contestati i presunti reati di rivelazione di segreti d’ufficio e di turbata libertà del procedimento di scelta del contraente. Ieri all’alba erano state eseguite dalla guardia di finanza 26 perquisizioni in varie province tra cui quella di Siena, nella sede di Sei Toscana. 14 gli avvisi di garanzia.
“La società e le persone coinvolte, nella convinzione di aver sempre agito nel rispetto delle leggi, si sono immediatamente messe a disposizione degli organi investigativi e attendono con serenità la conclusione delle indagini, riponendo la massima fiducia nella magistratura ” commenta in una nota Sei Toscana “che ribadisce che la vicenda non interferisce sull’ordinarietà delle attività dell’azienda e, quindi, sulla qualità dei servizi erogati ai cittadini”.
Direttore generale ed ex direttore tecnico di Sei Toscana, secondo l’accusa, avrebbero intessuto i rapporti con il numero uno di Ecologia Soluzione Ambiente, principale indiziato nell’indagine, per poi turbare il procedimento amministrativo diretto a stabilire il contenuto di un atto equipollente a un bando di gara, condizionando le modalità di scelta del contraente.