Cgil, Cisl e Uil della Toscana hanno proclamato lo stato di agitazione del settore artigiano e stanno organizzando per il 12 ottobre un presidio in strada a Firenze, davanti alla prefettura, con una delegazione di lavoratori del settore, per ribadire che in tanti non ce la fanno più e che sono drammatiche le richieste di aiuto che sempre più persone indirizzano ai sindacati e all’Ebret, l’ente bilaterale di settore.
L’iniziativa era stata preannunciata dai sindacati lunedì scorso in una conferenza stampa in cui era stato fatto il punto sui ritardi nell’erogazione della cassa integrazione per gli artigiani. L’erogazione degli ammortizzatori sociali per il settore artigiano passa infatti attraverso il fondo nazionale FSBA, che ha fatto fronte alle richieste arrivate nei primi giorni dell’emergenza Covid con risorse proprie, poi ha dovuto attendere l’erogazione dei fondi stanziati dal governo. Una prima tranche è stata erogata a fine giugno e con quella, in Toscana, si è riusciti a coprire fino a inizio maggio per tutti i lavoratori del settore (circa 100 mila, in 29 mila aziende). Con la fine del lockdown sono rimasti 30 mila i lavoratori artigiani toscani in ‘cassa’, ma nessuno di loro ha percepito più un euro. Eppure la Corte dei Conti ha sbloccato i fondi e il governo deve solo trasferirli a FSBA, che li verserà ai lavoratori. Ma ancora non lo ha fatto.
Il presidio si svolgerà (con tutte le precauzioni necessarie e con numeri ridotti a causa dell’emergenza Covid) lunedì 12 ottobre, dalle ore 10, a Firenze, in via Cavour, davanti alla prefettura, poiché il prefetto di Firenze ha anche il ruolo di coordinatore dei prefetti toscani.