“Il Comune, attraverso le sue strutture tecnico-amministrative competenti, adotterà tutti i provvedimenti necessari nelle successive fasi del procedimento, basandosi sui fatti accertati e resi noti, nel rispetto dei principi di garanzia e riservatezza che devono valere per tutti”. Così l’assessore all’urbanistica del Comune di Siena, Michele Capitani, ha risposto, durante il Consiglio Comunale di oggi, giovedì 17 ottobre, all’interrogazione della consigliera del Partito Democratico, Giulia Mazzarelli, in merito al sequestro del cantiere di Esselunga in strada Massetana Romana a Siena.
“Prima di entrare nel merito dell’iter amministrativo che ha portato al rilascio del permesso di costruire da parte del Comune – ha iniziato Capitani –, è importante chiarire che confidiamo nel lavoro della magistratura e, in considerazione dell’attività in corso, non possiamo toccare alcun altro aspetto che non sia quello relativo agli atti amministrativi, a difesa e tutela sia del citato lavoro della magistratura che degli privacy degli interessati che stanno organizzando la loro difesa. Ricordo, inoltre, anche il principio di garantismo giuridico, sancito dall’articolo 27 della Costituzione, e del rispetto della privacy”.
Passando all’iter amministrativo che ha portato alla realizzazione del cantiere, “questo è iniziato il 4 novembre 2013 – ha spiegato Capitani – quando Prospettiva Spa ha presentato l’istanza per il rilascio di un permesso di costruire un complesso in strada Massetana Romana, previsto dalla scheda TU30 del Regolamento urbanistico in vigore all’epoca. Il 5 aprile 2016 il Comune ha rilasciato il permesso a costruire numero 22 del 2016. Tuttavia, il 24 aprile 2017 il titolo è decaduto per mancato inizio dei lavori nei tempi previsti. Sempre nel 2017, Prospettiva Spa ha presentato una nuova istanza con i medesimi contenuti, ma il Comune l’ha respinta a causa della decadenza quinquennale della norma relativa alla scheda TU30. A seguito di un ricorso al Tar della Toscana, la sentenza ha annullato il diniego del Comune. L’amministrazione comunale ha impugnato la sentenza al Consiglio di Stato, ma anche l’appello è stato respinto nel 2020. Pertanto, il Tar ha ordinato al Comune di rilasciare il permesso, cosa che è effettivamente avvenuta il 10 settembre 2020 con il Pdc (Permesso di Costruire) numero 12 del 2020, rispettando i parametri della scheda TU30. Il progetto prevedeva la realizzazione di spazi per attività artigianali, impianti sportivi coperti, due sale cinematografiche e negozi di vicinato, per un totale di 1.500 metri quadrati”.
“Nel 2021 – ha precisato Capitani – Prospettiva Spa ha richiesto una variante, ridimensionando il progetto a una struttura commerciale di media superficie e due sale cinematografiche e riducendo quindi la richiesta edificatoria di circa seicento metri quadrati 600mq. La variante è stata approvata con il rilascio del permesso numero 3 del 2022 alla società Trivio 2021 Srl, subentrata a Prospettiva Spa. Il permesso in questione è stato oggetto di un ricorso al Tar con richiesta di sospensiva (che è stata rigettata nella seconda metà del 2022) e siamo in attesa di fissazione di udienza e di un altro ricorso senza richiesta di sospensiva anche esso in attesa di udienza. Nel 2024 è stata presentata da parte del titolare al permesso a costruire una Scia costituente variante in corso d’opera del permesso da realizzarsi nell’immobile questione. La struttura comunale competente, dopo attenta valutazione, ha inibito gli effetti della Scia che hanno richiesto ulteriori accertamenti e provvedimenti conseguenti in corso”. “Il Comune – ha concluso l’assessore all’urbanistica – attraverso le sue strutture tecnico-amministrative competenti, adotterà tutti i provvedimenti necessari nelle successive fasi”.
La consigliera Giulia Mazzarelli, del gruppo Partito Democratico, si è dichiarata “non soddisfatta. Le risposte che chiedevo si inserivano all’interno dei principi di garantismo giuridico, oltre a quelli di rispetto e di privacy. C’è stato, anche riguardo a questa vicenda, un silenzio pesante nelle scorse settimane: la prima dichiarazione dell’assessore Capitani è arrivata dopo un mese dalle prime notizie. Siamo preoccupatissimi e dispiaciuti dei mancati cento posti di lavoro, in una situazione già estremamente difficile nella nostra città con le crisi di Beko, Avicoop e Paycare, unite a una forte inflazione e un aumento in generale del costo della vita e dei servizi, ma siamo altrettanto convinti che al primo posto ci debbano essere il rispetto della legalità e la correttezza delle procedure, alla base di una pianificazione urbanistica attenta e proiettata realmente alla risoluzione di problematiche collettive con l’obiettivo di creare condizioni di vita migliori per i nostri cittadini e cittadine al contrario, non a caso, fino a ora il massiccio utilizzo di varianti urbanistiche semplificate ha dimostrato una gestione della cosa pubblica in senso privatistico. L’assessore ha spesso parlato in queste settimane di semplificazione, sburocratizzazione, anche in connessione con l’importante strumento urbanistico del Piano strutturale, chiediamo però di conoscere nel dettaglio che cosa ha in mente l’assessore e in che direzione si muovono gli uffici perché in questo caso abbiamo visto ad esempio che qualcosa è andato storto. E’ rilevante e credo non banale conoscere anche il ruolo degli uffici comunali nella vicenda, ciò che succede in comune dovrebbe essere conosciuto dalla cittadinanza che in qualche modo solo così può valutare l’operato dell’amministrazione. Spero che le indagini terminino presto, che il cantiere venga tolto dal sequestro e che le cento persone che sarebbero dovute entrare a lavoro, possano farlo, ma tutto deve essere in regola e a posto. In cinquanta anni di governo della sinistra mai era successo a Siena che un cantiere fosse posto sotto sequestro, questo ha dato una pessima immagine alla città e per questo nella massima trasparenza è dovere di questa amministrazione rendere conto ai cittadini affinché episodi simili non accadano più”.