Sfruttamento del lavoro, un altro caso nel senese: arrestato impresario straniero

Entrano ancora in azione congiuntamente Guardia di Finanza di Siena e Carabinieri. L'arrestato sfruttava 4 stranieri, finisce ai domiciliari col braccialetto elettronico. Sequestrati oltre 100mila euro

Di Redazione | 14 Giugno 2024 alle 9:54

Sfruttamento del lavoro, un altro caso nel senese: arrestato impresario straniero

Un secondo episodio di sfruttamento del lavoro stroncato da Guardia di Finanza di Siena e Carabinieri. Dopo il caso dell’autolavaggio scoperto in Valdelsa, i militari sono dovuti intervenire nella zona sud della provincia, mettendo le manette al gestore di una ditta che stava sfruttando 4 lavoratori extracomunitari traendone ingiusto profitto. Si tratta di altri due autolavaggi, uno a Chiusi e uno a Cetona.

L’uomo, di nazionalità pakistana si trova agli arresti domiciliari col braccialetto elettronico e sono stati sequestrati oltre 100mila euro proventi dello sfruttamento a danno dei dipendenti, anche loro pakistana. Gli accertamenti hanno preso avvio dall’accesso eseguito dai Carabinieri del Nucleo dell’Ispettorato del Lavoro e della Stazione Carabinieri di Cetona presso i due autolavaggi.

Le indagini partite nel 2020 e consistite in sopralluoghi, accertamenti tecnici, esame dei libri unici del lavoro e delle buste paga dei lavoratori, hanno consentito di ipotizzare lo sfruttamento di almeno 4 lavoratori extracomunitari. In particolare, attraverso reiterate violazioni della normativa sull’orario di lavoro e la corresponsione di retribuzioni inferiori alle attività svolte, il titolare della ditta individuale avrebbe approfittato dello stato di bisogno della manodopera assunta, costringendola a lavorare per un salario inferiore a quello previsto dalla contrattazione collettiva e con turni lavorativi estenuanti, incurante delle condizioni atmosferiche e di sicurezza, con vitto e alloggio in strutture fatiscenti.

Il coinvolgimento del Nucleo delle fiamme gialle è stato in seguito finalizzato a ricostruire il profilo economico-finanziario del titolare dell’azienda, anche ai fini dell’aggressione dei beni in misura corrispondente all’ingiusto profitto.

In base agli elementi di prova raccolti, il Pubblico ministero ha richiesto l’adozione di misure cautelari idonee a prevenire la reiterazione dei fatti, applicate dal Giudice per le indagini preliminari che ha condiviso l’ipotesi formulata dalla Procura della Repubblica. Nei confronti del titolare dell’azienda sono stati pertanto disposti gli arresti domiciliari, con l’applicazione del braccialetto elettronico, ed il sequestro preventivo dell’importo di 114.722,24 euro, pari all’ingiusto profitto a danno dei lavoratori.



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