L’effetto siccità impatta pesantemente sulla precaria salute economica delle aziende agricole toscane alle prese ormai da mesi con lo spaventoso rally dei rincari di materie prime, energia e mezzi tecnici causati dalla guerra in Ucraina e dalle speculazioni internazionali. A dirlo è Coldiretti Toscana secondo cui la siccità con precipitazioni praticamente più che dimezzate sta mettendo a rischio il 30% della produzione agricola regionale.
“Una situazione simile solitamente si presenta nel mese di agosto. Ma qui siamo in anticipo di due mesi. Più che il presente, che possiamo al momento gestire, sono le prossime settimane a terrorizzarci. In molte zona della nostra regione coltivazioni pregiate come gli olivi iniziano a manifestare una situazione di grande sofferenza dovute allo stress idrico e alle alte temperature, lo stesso per il grano dove si prevede un calo delle rese almeno del 20%, e per il girasole, l’orzo ed il mais. – spiega il Presidente di Coldiretti Toscana, Fabrizio Filippi – Laddove è possibile, per salvare il raccolto ed evitare di perdere il raccolto di ortaggi e frutta, le aziende agricole stanno intervenendo con l’irrigazione di soccorso mediante l’emungimento dei pozzi delle acque di falda con un’ulteriore impennata dei costi per l’attività di pompaggio che vanno a sommarsi a quelli che già stanno sostenendo con il rischio di salinizzazione per i terreni nelle zone costiere. In grande affanno il comparto della zootecnica dove registriamo nel comparto dei bovini da latte un calo della produzione del latte legato allo stress da caldo e rese anche dimezzate per i foraggi utilizzati per l’alimentazione”.
Nel frattempo Coldiretti Toscana invita a segnare sul sito di Artea eventuali danni alle coltivazioni causate dalla siccità ed attende una presa di posizione del governo regionale per evitare un ulteriore peggioramento della crisi idrica con conseguenze sulle imprese e sulle famiglie. L’obiettivo, ricorda Coldiretti Toscana, deve essere quello di trattenere una buona parte di quell’89% di precipitazioni che vengono disperse attraverso la rete di invasi per conservare l’acqua che gli agricoltori chiedono da tempo in una regione dove solo il 9% della superficie agricola è coperta da irrigazione consortile. “Gli effetti dei cambiamenti climatici impongono una forte accelerazione sulla realizzazione di queste strutture e da parte delle aziende nel mettere in atto tutte le misure per un’agricoltura sempre più intelligente nel consumo mirato delle risorse idriche. Lo stesso devono fare i cittadini evitando sprechi o utilizzi impropri dell’acqua. In questa situazione di profonda crisi idrica – prosegue Filippi – oltre a prevedere uno stanziamento di risorse finanziarie adeguate per indennizzare le imprese agricole per i danni subiti è necessario agire nel breve periodo per definire le priorità di uso dell’acqua disponibile, dando precedenza al settore agricolo per garantire la disponibilità di cibo, in un momento in cui il paese ha bisogno di tutto il suo potenziale produttivo nazionale”.
In questo senso la Regione Toscana si è già mossa destinando 1,2 milioni di euro per un fondo di rotazione finalizzato alla progettazione di opere irrigue da parte dei Consorzi di Bonifica nell’ambito del Bilancio 2022 della Regione Toscana sostenuto da Coldiretti.
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