C’era una volta il civismo. Non è il titolo di un film, ma un’immagine sbiadita di quello che era il quadro politico di Siena solo due anni fa. Luigi De Mossi scalzava la sinistra da Palazzo Pubblico dopo 70 anni di governo incontrastato e sospinto dalle liste civiche, propinava “la fine del pensiero unico”. Di quell’affresco è rimasto poco e niente.
Il sindaco si è avvicinato sempre più ai partiti tradizionali: vedi le recenti presenze a Pisa per l’incontro dei primi cittadini del centro-destra e a Firenze per la chiusura della campagna elettorale di Susanna Ceccardi. La sua lista “Voltiamo Pagina, la seconda più votata nelle comunali del 2018, è diventata quasi una scatola vuota. Certo, ci sono ancora il presidente del Consiglio comunale, Marco Falorni, e altri tre consiglieri (erano 6 in tutto), ma il loro peso politico si è ridotto pressoché al nulla. O come sempre più spesso sono andati ripetendo “siamo stati messi in una condizione di non contare niente”.
Così, dopo i mugugni a riflettori spenti, ecco la sparata diffusa tramite comunicato: “rimaniamo nella maggioranza per l’impegno preso con i cittadini, ma constatiamo che non ci è stato possibile attuare il cambiamento e il rinnovamento di nomi e metodi promesso nel programma elettorale”. Parole forse non così taglienti, ma che comunque fanno da apripista alla vera svolta. Da oggi la lista “voltiamo pagina” non esiste più, il nuovo gruppo si chiamerà “Impegno Civico Siena”.
C’è da scommettere – la posizione di due consiglieri su quattro è di netta rottura – che a breve potremmo assistere a un copione già visto nei giorni scorsi con Pietro Staderini, tanto che nel comunicato si annunciano spiegazioni a stretto giro: il dissenso ma dentro la maggioranza, l’uscita per l’impossibilità di contribuire e infine gli attacchi incrociati a schemi saltati.
Il passo di lato del consigliere di Sena Civitas in termini numerici ha rappresentato una perdita contenuta per la maggioranza. Differente sarebbe la situazione se la nuova formazione civica dicesse addio. La giunta De Mossi avrebbe ancora un vantaggio, anche se sempre più ridotto e privo di quella componente civica che era stata la marcia in più per la sua vittoria.
Una scommessa, quella partitica, che non ha pagato nella corsa alla Regione di Susanna Ceccardi. A Siena l’orizzonte elettorale è più lontano, il 2023, e quindi si vedrà se il primo cittadino avrà voglia di correggere la mira. Oggi si può dire solo che il civismo è morto, viva il civismo.
A.T.