Boom di arrivi di cittadini pakistani nella città di Siena. Negli ultimi mesi si è verificata una autentica esplosione dei flussi provenienti dalla rotta balcanica: una media di circa 10 nuovi soggetti richiedenti asilo al giorno. La città però non ha abbastanza spazio fisico e risorse per accogliere così tante persone e la Prefettura non esclude si arrivi all’utilizzo delle tende. “Siamo in sofferenza” ammette il Prefetto Matilde Pirrera.
La questione della migrazione massiccia di pakistani a Siena era già cosa nota da tempo e dopo l’inchiesta in primavera di Questura di Siena e Dda fiorentina, che ha sgominato un racket di stranieri che faceva arrivare in loco i pakistani per poterli sfruttare lavorativamente, la situazione sembrava migliorata. E invece l’effetto deterrente è durato ben poco perché a inizio estate i flussi sono ripresi più intensi che mai. 90 persone sono giá accolte dalla Caritas, mentre c’è da sistemare 135 richiedenti asilo che attendono il completamento dell”iter e altri 25 che hanno ricevuto il nulla osta. E intanto gli arrivi non si arrestano e le polemiche divampano, basti pensare alla discussa lettera del Rettore Unistrasi Tomaso Montanari che ha chiesto l’impegno da parte di tutte le istituzioni per garantire l’accoglienza di persone che risultano stanziali e trovano rapidamente impieghi lavorativi.
A poco o nulla potrebbe servire il Cas di Montalbuccio che sará pronto non prima di ottobre, e che può ospitare 24 persone (si lavora a una soluzione tampone con la Croce Rossa). “Ne servirebbero altri 27” precisa il Prefetto, preoccupato per lo scenario, che presenta risvolti sociali non banali. “Sono flussi organizzati, non sappiamo se dopo l’estate ci sarà un rallentamento o no”.