Il Festival inizierà il 6 dicembre e si protrarrà fino a marzo con 28 appuntamenti ed un focus sulla memoria del S. Niccolò
L’arte quale strumento di lotta e denuncia contro le ingiustizie del mondo, di riabilitazione e integrazione delle minoranze, di difesa nei confronti dei grandi temi del sociale è il tema principale della seconda edizione del Festival culturale “Siena città aperta”, organizzato dall’assessorato alla Cultura in collaborazione con l’Università degli Studi di Siena e la Fondazione Monte dei Paschi di Siena e presentato oggi 13 novembre a Palazzo Sansedoni.
Il programma, illustrato dall’assessora Francesca Vannozzi, prevede 28 diversi appuntamenti a partire dal 6 dicembre di cui si occuperanno compagnie e associazioni senesi di prosa, danza, fotografia ed arte contemporanea in tutte le sue declinazioni, comprese quelle capaci di innescare percezioni e stati di benessere, e quelle in grado di stimolare riflessioni sui grandi temi della nostra contemporaneità. Ad incorniciare il tutto ci sarà anche una serie di iniziative a “Memoria dei 200 anni del San Niccolò” in modo da “sostenere quei progetti centrati sulla valorizzazione della storia del manicomio senese che aprì i battenti proprio il 6 dicembre di due secoli fa.”
Da parte sua il Direttore Generale della Fondazione MPS Davide Usai si è detto soddisfatto di partecipare, non solo sul profilo finanziario, ma anche con un supporto tramite risorse e professionalità interne al festival stesso: “Il coinvolgimento della Fondazione in Siena Città Aperta è un impegno significativo, in un’ottica di network e sinergie con gli enti locali”. Il Rettore dell’Università degli Studi di Siena Francesco Frati invece guarda agli eventi come il frutto di contaminazioni e collaborazioni dirette di associazioni culturali con l’Università, specie quelli che si organizzeranno per l’anniversario del San Niccolò, o a quelli che si terranno al Santa Chiara Lab: “E’ questo il segno di un Ateneo vitale che è parte attiva della scena culturale di Siena”.