Siena, approvato oggi dal Consiglio comunale il Piano Operativo e la variante di aggiornamento del Piano Strutturale.
“Siamo arrivati – ha aperto l’assessore all’Urbanistica Francesco Michelotti – alla tappa finale di questo lungo e articolato lavoro, che è partito ancora prima dell’insediamento di questa amministrazione”. Un lavoro accurato per il quale Michelotti ha ringraziato, a nome dell’Amministrazione, il Responsabile del procedimento ingegner Paolo Giuliani, l’architetto Rossana Papini, i progettisti Roberto Vezzosi e Stefania Rizzotti e, con loro, tutti i dipendenti della Direzione Urbanistica che a vario titolo e dedizione hanno dato il loro contributo “per dotare la città del nuovo strumento urbanistico, dopo 10 anni dall’approvazione del Regolamento urbanistico”.
Con l’adozione di questo Piano Operativo “possiamo dire che oggi Siena costituisce un modello per le prossime pianificazioni in Toscana. E’ stato un percorso virtuoso, quello instaurato fra le varie amministrazioni pubbliche coinvolte. Insieme abbiamo dimostrato che il tavolo tecnico tra Comune, Regione, Soprintendenza e Provincia ha funzionato, consentendo un confronto, anche a tratti fortemente dialettico, ma senz’altro proficuo, sui molteplici contenuti del Piano”.
Una sfida vinta per Michelotti, perché “la città si potrà avvalere di uno strumento urbanistico innovativo, in grado di snellire la burocrazia, e, al contempo, capace di preservare la sua identità e tutelare la sua storia, rispettando sempre gli standard qualitativi che ci siamo imposti“. Il riconoscimento Unesco del centro storico, nonché i molti decreti ministeriali di vincolo delineano un perimetro non solo normativo, ma anche culturale, entro il quale esercitare l’azione amministrativa. E su questo “muove il lavoro svolto, perché tutto il territorio senese è un patrimonio di valore inestimabile”.
A seguito della firma della Soprintendenza, del Ministero e della Regione, Siena è il primo capoluogo toscano che approva il nuovo strumento urbanistico da quando è in vigore la legge regionale 65/2014, conformandosi pienamente al Piano Paesaggistico Regionale. “Mai finora – ha teso ad evidenziare – la Soprintendenza si era espressa favorevolmente su un piano urbanistico di un capoluogo toscano. Un precedente credo ci sia soltanto a Pienza che, per quanto bellissima, ha ben altra dimensione. È stato senz’altro apprezzato e quindi premiato il nostro lavoro collegiale”. Venendo ai contenuti del Piano Michelotti ha ricordato al consesso che “la Regione assume un principio generale di immodificabilità del suolo all’interno del centro storico. Un principio certamente condivisibile, anche se non dovrebbe essere generalizzato. Sarebbe stato senz’altro preferibile adottare un criterio che consentisse valutazioni caso per caso, facendo attenzione alle singole situazioni, in modo da non impedire eventuali azioni virtuose, aggiuntive di valore ad un contesto straordinario, ma che ha comunque bisogno di essere mantenuto vivo. Ad ogni modo l’impianto normativo del piano è stato sostanzialmente confermato rispetto all’adozione avvenuta nel maggio 2020”.
Le norme tecniche di attuazione sono rimaste invariate, salvo qualche modifica e non sempre in senso restrittivo. Per quanto riguarda “gli interventi di trasformazione – ha proseguito – registriamo poche modifiche. Tra queste mi preme sottolineare, come ho già fatto in Commissione Territorio, la bocciatura della previsione del parcheggio all’interno di Porta Romana, un progetto cui tenevamo molto, ma che la Soprintendenza ha ritenuto di non avallare. Quel parcheggio avrebbe risolto molti problemi legati alla sosta in un’area congestionata, e avrebbe conferito maggiore ordine e un più facile accesso anche agli spazi aperti all’interno delle mura. Non escludiamo di poter riavviare, quanto prima, un percorso dialettico con gli altri Enti per tornare sull’argomento e proporre, eventualmente, una variante”.
Tra le novità, per le norme tecniche, due a titolo esemplificativo: “quella per le Contrade, proposta dall’Amministrazione e accolta dagli altri soggetti del tavolo, che prevede per gli immobili di proprietà, o le loro sedi, situati all’interno del centro storico, la possibilità di un ampliamento fino al 50% della superficie edificata, a prescindere dalla disciplina di intervento, purché compatibili con il contesto edilizio storico. Mentre nelle valli verdi del centro storico che, ricordiamo, hanno un vincolo di inedificabilità, le Contrade potranno realizzare manufatti per lo svolgimento delle loro attività, funzionali anche al mantenimento della vitalità e al miglioramento delle stesse aree verdi. Manufatti da realizzare con materiali leggeri e tecniche costruttive reversibili per uso occasionale. Il tutto naturalmente subordinato alla presentazione di un progetto unitario che abbiamo chiamato “Progetto di Contrada”.
Tra le potenzialità del Piano Operativo anche “facilitare l’ampliamento degli spazi per attrezzature e servizi pubblici, come ad esempio per l’Azienda Ospedaliera, senza più alcun limite di superficie o dimensionale. Nei mesi scorsi sono state necessarie ben due varianti per permettere ampliamenti di importanti reparti: pronto soccorso e risonanza magnetica, ma grazie al nuovo Piano, la struttura potrà liberamente ingrandirsi senza alcuna necessità di variante. Un enorme passo avanti, anche come sburocratizzazione, rispetto al vecchio Regolamento urbanistico”. Tratto distintivo del piano: “è quello di aver previsto che tutti i nuovi interventi di trasformazione, le nuove costruzioni che interesseranno la nostra città, debbano essere sempre accompagnati da opere pubbliche; si crea quindi un parallelismo importante, con il diritto alla nuova costruzione, il privato avrà l’onere di realizzare un’opera pubblica a favore della collettività. Questa è la filosofia con la quale lo abbiamo voluto contraddistinguere. Uno strumento urbanistico che persegue sempre l’interesse pubblico anche nelle singole previsioni”.
Ma il governo del territorio deve tenerconto inoltre “di tutti gli aspetti conoscitivi normativi e gestionali riguardanti le operazioni di salvaguardia e di trasformazione del suolo, nonché la protezione dell’ambiente. L’alluvionale e disorganica produzione legislativa non aiuta in alcun modo questo difficile compito. Sarebbe auspicabile che il legislatore nazionale, eregionale, mettesse ordine e, soprattutto, semplificasse”. Il nuovo strumento presentato oggi all’Aula “frutto anche, e soprattutto, del lavoro meticoloso e puntuale dei consiglieri comunali permetterà – ha concluso Michelotti – la ripresa e lo sviluppo di Siena, perché consente di essere competitivi pur mantenendo l’identità e la tradizione che contraddistinguono la nostra realtà territoriale”.