Riparte la mobilitazione dei metalmeccanici sul territorio per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro Federmeccanica-Assistal, il più importante della categoria, a seguito della rottura al tavolo di trattativa avvenuta lo scorso novembre. Dopo gli scioperi consumati a dicembre e a gennaio braccia incrociate anche a febbraio. Cinque temi del malcontento: salario, premio di risultato, precariato, appalti e orario di lavoro. Ma nel nostro territorio a tenere banco è il settore della camperistica, Beko e Pramac.
“Stiamo cercando di riaprire le trattative per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici – afferma Daniela Miniero, Fiom Cgil – che interessa un milione e mezzo di persone in Italia e questo territorio è proprio l’emblema di quello che sta succedendo. La Vitap toglie la quattordicesima, la Comege non paga gli stipendi da dicembre. Azioni abbastanza gravi anche da parte della Pramac, che addirittura diffida le organizzazioni sindacali per aver esposto una bandiera nella legittima rivendicazione di uno stato d’agitazione per il rinnovo del proprio contratto”. Poi c’è la questione delle condizioni lavorative degli operai metalmeccanici. “Queste tipologie di aziende usurano la persona- aggiunge Massimo Martini, Uilm Uil – Mi sto rendendo conto che tante donne, soprattutto nella Whirlpool ora Beko, stanno vivendo difficoltà oggettive dopo aver svolto quel lavoro per 25- 30 anni, oltre al fatto che adesso rischiano di perderlo quel lavoro”.
“Aspettiamo l’incontro che faranno i nostri nazionali con Federmeccanica – precisa Giuseppe Cesarano, Fim Cisl-. Capiremo se c’è spazio per riaprire la trattativa. Sul territorio dobbiamo cominciare a pensare di fare un osservatorio di lavoro, capire quale possano essere le necessità di queste aziende che stanno soffrendo per rilanciare i prodotti”.