Maltrattamenti, violenze fisiche e psicologiche, e l’umiliazione di costringere la moglie a stare nella cuccia del cane: il Tribunale di Siena ha condannato a 2 anni e 4 mesi, con pena sostitutiva di 1700 ore di lavori di pubblica utilità, e numerosi divieti e prescrizioni, tra cui l’avvicinamento a una distanza di 500 metri, un uomo che aveva reso impossibile la vita alla ex moglie, della provincia senese.
Secondo le accuse i primi episodi contestati risalgono al 2022, ma si arriva al gennaio del 2024, quando ormai i due si erano separati e l’uomo non demordeva. Secondo quanto denunciato dalla donna, l’ex compagno in più occasioni le usava violenza fisica e psicologica, tra insulti sessisti, schiaffi, capelli tirati e mani al collo. In una circostanza, dopo un litigio sfociato in aggressione, dalla quale lei si era difesa, lui per umiliarla – sempre stando alla contestazione – le avrebbe strappato i vestiti spingendola poi con la forza nella cuccia del cane, intimandole di posizionarsi come l’animale a quattro zampe. Una volta separati, non accettando il distacco, sempre secondo le accuse, l’indagato avrebbe proseguito a molestare la ex con minacce e ingiurie.
Il gup Sonia Caravelli col rito abbreviato ha disposto come detto 2 anni e 4 mesi commutati in ore di lavori di pubblica utilità e stringenti disposizioni e divieti a carico dell’uomo, non presente in aula, al contrario della donna (difesa dall’avvocato Manfredi Biotti) che si è detta sollevata dalla sentenza e finalmente protetta, speranzosa che la sua vicenda possa aiutare altre vittime di tali reati a denunciare e reagire.