A due anni dalla cattura di Matteo Messina Denaro, arrestato il 16 gennaio 2023 e poi morto il 25 settembre dello stesso anno per un tumore al colon, Suvignano (la Tenuta simbolo della lotta alla mafia) accoglie il corso referenti per la legalità, un progetto formativo a cura del Centro Studi Cisl di Firenze. Focalizzato sulla promozione e diffusione della cultura della legalità, l’evento riunisce esperti e formatori e rappresenta un’importante occasione per approfondire strumenti e metodologie volti a contrastare l’illegalità e a promuovere comportamenti etici in ambito scolastico e lavorativo. “Rendiamo visibile un bene confiscato alla criminalità organizzata – spiega Paolo Acciai, responsabile del dipartimento legalità, infrastrutture e codice appalti Cisl -. Un bene che rappresenta in maniera efficace il nostro progetto di intensificare il riutilizzo dei beni confiscati con azioni concrete sulla legalità”.
I partecipanti hanno visitato la Tenuta di Suvignano e hanno partecipato ad una tavola rotonda sul tema della promozione sociale, culturale ed economica della legalità. “Siamo in un territorio dove c’è una bellissima struttura comprata con del denaro illecito, che oggi è diventata una bellissima struttura che permette di fare iniziative sulla legalità. Ovvero, ciò che è stato comprato con denaro che negava i dirtti oggi viene utilizzato per riconoscere questi diritti- afferma Pierpaolo Romani, direttore Avviso Pubblico – . Si passa dalla criminalità organizzata alla legalità organizzata. Non c’è giorno migliore, due anni dopo la cattura di Matteo Messina Denaro, per lanciare il messaggio che si può vincere la Mafia”.
La storia giudiziaria della tenuta di Suvignano inizia, infatti, con il giudice Giovanni Falcone che nel 1983 fece sequestrare l’azienda una prima volta all’imprenditore palermitano Vincenzo Piazza, sospettato di aver rapporti con Cosa Nostra. Il costruttore siciliano ne rientrò però successivamente in possesso. Tra il 1994 e il 1996 arrivò il secondo sequestro, assieme ad un patrimonio di ben duemila miliardi di vecchie lire affidato alla gestione di un amministratore giudiziario. Poi, nel 2007 arrivò la condanna e la confisca definitiva. E’ del 2019 l’assegnazione alla Regione, che la gestisce adesso attraverso Ente Terre. “Suvignano è il bene più importante requisito in tutto il centro-nord Italia – sottolinea Giovanni Sordi, Direttore Ente Terre Regionali Toscane – , qualcosa di effettivamente importante che riesce a far rendere l’idea di quella che è la promozione della legalità”.