Un ampio consenso da parte del popolo della Contrada della Chiocciola ha deciso la conferma di Marco Grandi nella carica di priore, nelle elezioni che si sono svolte nel fine settimana.
“C’è grande soddisfazione per aver ricevuto tutta questa fiducia dal proprio popolo, che è andato a votare con grande affluenza tra l’altro (quasi in 500 si sono recati alle urne e Grandi ha ricevuto circa il 91% dei voti, ndr). Il consenso ovvio dà soddisfazione, ma allo stesso tempo aumenta ancora di più il senso di responsabilità”, ha commentato il priore Grandi in diretta a Buongiorno Siena.
Una contrada la Chiocciola che attende la vittoria del Palio da un bel po’ di tempo (l’ultimo successo in Piazza del Campo risale al 1999), ma che nonostante questo si dimostra sempre unita e compatta. Qual’è il segreto? “Noi cerchiamo di rendere la contrada accessibile a tutti, anche se non sempre ci si riesce, creare situazioni per renderla fruibile ai bambini, ai giovani e ai meno giovani, per stare bene insieme. Devo dire che le nostre attività sono sempre molto partecipate. Credo e spero che il chiocciolino venga volentieri in contrada e si senta coinvolto nella vita di questa grande famiglia”.
La priorità della Chiocciola è la vittoria del Palio? “A questo pensa il nostro capitano, che per me è anche un amico, Alessandro Maggi, che lavora sempre con tutto il suo staff per metterci nelle condizioni migliori per poter primeggiare in Piazza. In questo ambito è lui che gestisce e io e la contrada non possiamo fare altro che dargli il massimo sostegno”.
Un percorso che prosegue quello di Marco Grandi, giunto al terzo mandato. Facendo un bilancio e guardando a quanto accaduto nei mesi scorsi, il momento più difficile da gestire è stata la vicenda dei pakistani che dormivano nel parcheggio Il Duomo? “Momenti belli e meno belli fanno parte della vita quotidiana di ogni famiglia, la contrada è una grande famiglia, ci sono momenti migliori e peggiori, bisogna sempre cercare di viverli con coscienza e affrontare le difficoltà meglio possibile. La vicenda dei cittadini pakistani è una problematica che la contrada ha fatto presente, perchè ci riteniamo un presidio del territorio e riteniamo giusto segnalare ciò che non funziona, magari se c’è un tubo rotto o un lampione fulminato. A maggior ragione se c’è un disagio un po’ più ampio. Questo ovviamente nel rispetto di tutti, in primo luogo delle persone che nel caso del parcheggio si sono trovati in situazione di difficoltà, ma anche dei contradaioli e gli abitanti del rione di San Marco, garantendo la dignità dei primi e la sicurezza degli altri. Noi non abbiamo fatto altro che sensibilizzare chi deve intervenire e devo dire che c’è stata sempre grandissima collaborazione con tutte le istituzioni”.