Si è svolto in piazza Salimbeni un sit-in di protesta contro l’approvazione della risoluzione presentata dal deputato nazionale leghista Rossano Sasso allo scopo di vietare l’educazione sessuale e affettiva nelle scuole, “perchè promuove una ideologia gender”. Ad organizzare il presidio sono state le associazioni Tocca a Noi e Arcigay, con la partecipazione di numerose associazioni e collettivi, esponenti delle istituzioni e una delegazione della Cgil. “Scendiamo in piazza- spiega Greta Sartarelli, presidente Arcigay Siena – perchè manifestiamo contro la risoluzione Sasso che vieterebbe l’educazione sessuale ed affettiva nelle scuole. Un enorme passo indietro, considerando che invece servirebbe una scuola sicura e libera. Un anno fa eravamo in piazza per le vittime, come Giulia Cecchetin, di violenza di genere; oggi siamo qui perchè questa risoluziome va nella direzione opposta”
Oltre a Siena il sit si è svolto in altre 46 piazze d’Italia: Aosta, Avellino, Bergamo, Bisceglie, Bologna, Bolzano, Brescia, Campobasso, Catania, Cosenza, Cremona, Cuneo, Firenze, Frosinone, Genova, Grosseto, L’Aquila, Latina, Lecce, Livorno, Mantova, Milano, Modena, Padova, Palermo, Pavia, Pesaro, Pisa, Pistoia, Pomigliano d’Arco, Potenza, Ragusa, Reggio Calabria, Rieti, Roma, Rovereto, Rovigo, Sanremo, Taranto, Torre del Greco, Trani, Trapani, Trento, Varese e Vicenza.
“Le principali città hanno voluto dare una risposta forte e chiara a questo governo che sta approvando politiche liberticide e antidemocratiche – afferma la presidente di Arcigay Natascia Maesi -. Oggi siamo qui anche per chiedere alle istituzioni di assumere un impegno concreto a sostegno dei progetti di educazione sessuale e affettiva nelle scuole che la risoluzione Sasso vuole mettere al bando, perché al contrario, rappresentano uno strumento indispensabile per la prevenzione e di contrasto al bullismo e alla violenza patriarcale, un presidio fondamentale per la tutela della salute riproduttiva e sessuale e per l’educazione al consenso. Siamo preoccupate – conclude Maesi –perchè ci stiamo avvicinando ai Paesi illiberali, antidemocratici e responsabili di numerose violazioni dei diritti umani come l’Ungheria di Orbán e la Russia di Putin. Ecco perché non possiamo stare a guardare, c’è bisogno di fare fronte unitario. La scuola è nel mirino, è sull’educazione che si costruisce il consenso e con queste politiche ne perderà il paese intero ”.