Siena e i terremoti, un rapporto che affonda le radici in tempi lontani quando le scosse sismiche hanno provocato danni, secoli or sono, alla città. E sul quel rapporto indaga il libro “Siena e i terremoti. Punti di vista multidisciplinari per una lettura archeosismologica del centro storico” proponendosi di mettere in luce differenti approcci metodologici per lo studio del centro storico senese, nell’ottica di costruire una prima base conoscitiva sulla sismicità che ha interessato la città e sulle caratteristiche storiche, architettoniche, geologiche e territoriali del contesto medesimo. Negli articoli sono stati trattati differenti aspetti e criteri di documentazione e di analisi dei terremoti avvenuti a Siena in un arco cronologico che si snoda dal quattordicesimo secolo fino ai giorni nostri. “Abbiamo indagato la sismicità storica di Siena trovando dati interessanti dei primi terremoti registrati – spiega a Siena Tv Andrea Arrighetti, curatore della pubblicazione – in particolare quello del 1467, da qui abbiamo studiato gli effetti dei terremoti da quel sisma fino a quelli presenti, osservando quello che era possibile leggere sugli edifici da punto di vista archeologico”.
Ed è ancora fresca la memoria del terremoto del febbraio di quest’anno che ci induce a interrogarci sulla pericolosità sismica della città. “Una pericolosità medio bassa quella del nostro territorio – assicura Dario Albarello, professore ordinario di geofisica dell’Università di Siena – ci aspettiamo terremoti più rari rispetto ad altre aree ma comunque ce li aspettiamo, e dannosi nei limiti in cui ci sono già stati. I terremoti del passato non hanno ridotto la pericolosità attuale, ma possiamo promuovere azioni per metterci in sicurezza, gestendo la pericolosità e vivendo in una città senza rischi pur esposta ai terremoti”.