Raffaella Brogi, è la donna che col suo ricorso ha spinto la Corte costituzionale ad abolire il divieto delle adozioni internazionali per le persone single. Magistrata, consigliera di Cassazione, 54 anni, originaria di Siena, Brogi ha vinto una battaglia storica. La sentenza rivoluziona, infatti, il mondo delle adozioni, dichiarando “costituzionalmente illegittimo” l’articolo 29-bis, comma 1, della legge 184 del 1983.
“Io sono contentissima. Ma il mio primo pensiero va a chi sta aspettando un genitore che gli voglia bene. La promessa che mi faccio ogni giorno è di essere la mamma di uno di quei bambini e non l’ho ancora potuta mantenere. La mia battaglia sarà davvero vinta quando riuscirò a portare mia figlio o mia figlia a casa- questo il commento a caldo al corriere.it da parte di Raffaella Brogi– l’adozione è la mia scelta. Ho preso in considerazione la fecondazione assistita, ma sento che c’è un bambino o una bambina che mi sta aspettando. E che se avessi scelto un altro percorso avrei abbandonato due volte mio figlio e mia figlia”.
La questione era stata già proposta sempre, su iniziativa della stessa ricorrente, dal tribunale per i minori di Firenze nel 2019, ma due anni più tardi era stata ritenuta inammissibile dalla Consulta. La sentenza di inammissibilità non crea un giudicato costituzionale: per questo, l’avvocato Romano Vaccarella, nel frattempo subentrato al precedente difensore, ha sollevato una nuova questione di legittimità costituzionale di fronte allo stesso giudice e nel medesimo procedimento. “È un passo avanti di civiltà in assoluto e bisogna dare atto alla sensibilità della Consulta- ha dichiarato l’avvocato Vaccarella-. La questione non è chiusa qui, qualche ulteriore passo avanti spero si possa fare per quanto concerne l’adozione dei single”.