Ogni toscano butta nella pattumiera 27 chilogrammi di cibo a testa all’anno. 100 mila tonnellate se consideriamo tutta la popolazione residente. Una montagna di frutta, verdura e pane principalmente che hanno un impatto devastante sull’ambiente e sull’economia, oltre che a sollevare un problema etico in una situazione in cui il 15% delle famiglie della regione vive in condizione di povertà relativa e sono migliaia coloro che si rivolgono alle mense dei poveri.
E’ quanto emerge dall’analisi Coldiretti Toscana in occasione dell’Earth Overshoot Day 2023, il giorno che indica l’esaurimento ufficiale delle risorse rinnovabili che il Pianeta è in grado di offrire nell’arco di un anno. In pratica – ricorda Coldiretti Toscana – da questo 2 agosto, l’umanità ha già “finito” tutte le risorse che la natura produce in un intero anno e inizia ad andare a debito.
A guidare la classifica degli sprechi sono le abitazioni private dove si butta mediamente circa l’11% del cibo acquistato mentre mense e rivenditori ne gettano rispettivamente il 5% e il 2%, secondo l’analisi della Coldiretti su dati Onu. Un fenomeno che determina anche – precisa Coldiretti Toscana – effetti dirompenti sull’economia, sulla sostenibilità e sul piano ambientale per l’impatto negativo sul dispendio energetico e sullo smaltimento dei rifiuti. Si stima, infatti, che le emissioni associate allo spreco alimentare rappresentino l’8-10% del totale dei gas serra.
La frutta è l’alimento più sprecato, con 1,2 chili a testa che finiscono nella pattumiera in un anno – evidenzia Coldiretti Toscana – seguita dal pane con oltre 0,8 chili pro capite e poi da insalata, verdure, aglio e cipolle che si traducono in uno spreco oltre che alimentare anche economico.
Un problema drammatico dal punto di vista etico oltre che economico contro il quale Coldiretti è impegnata in un’opera di sensibilizzazione dei consumatori attraverso il progetto dei mercati di Campagna Amica per il contenimento degli sprechi con la più grande rete di fattorie e farmers’ market per sostenere le realtà locali, ridurre l’impatto ambientale dei lunghi trasporti e garantire alle famiglie prodotti più freschi che durano di più. Dalla cucina degli avanzi alla sempre più richiesta doggy bag al ristorante, dal ritorno della gavetta in ufficio agli orti sul balcone e al pranzo al sacco sul mare, dalla lista della spesa allo sguardo attento alla data di scadenza fino al boom della spesa nei mercati contadini a chilometro zero – conclude Coldiretti Toscana – sono solo alcune delle strategie adottate dai toscani che hanno fatto scendere del 12% lo spreco alimentare nelle case nell’ultimo anno.
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