“La libertà della scelta: il diritto di vivere o di morire”. È il titolo dell’iniziativa curata e organizzata dall’Associazione So.Crem Società per la cremazione di Siena che ha voluto trattare di fine vita e suicidio assistito, temi scottanti ed estremamente delicati che dividono l’opinione pubblica e la politica. Politica nazionale che da anni viene stimolata dalla Corte Costituzionale e dai cittadini perché si legiferi ma che resta immobile su quello che è un argomento di etica e di dignità della persona. Intanto la Regione Toscana potrebbe essere la prima tra le regioni italiane ad approvare una legge di questo genere a cui sta lavorando la Terza commissione consiliare di Sanità e politiche sociali.
“Su questo tema la politica è ferma – spiega Enrico Sostegni, presidente commissione sanità in consiglio regionale -. La Corte Costituzionale ha stimolato il Parlamento a intervenire, ma di fronte all’inerzia è intervenuta con una sentenza importante nel 2019 che riconosce in sostanza il ‘diritto al suicidio’, se una persona è in fin di vita e in preda a sofferenze fisiche o psichiche insopportabili ed è capace di decidere. Questo è già esistente nell’ordinamento, le Asl lo stanno applicando e quindi è importante un intervento regionale che uniformi, almeno regione per regione, il trattamento ai cittadini, ponendo anche termini, disciplinando la procedura e dando un po’ di certezze”.
Presente all’iniziativa anche Gianni Baldini, professore associato di diritto privato dell’Università degli studi di Firenze e di Siena e componente della Giunta dell’Associazione Luca Coscioni, che da anni si batte perché venga riconosciuto anche il diritto di morire con dignità.
“Il tema è che si nasce, si vive e si ha anche il diritto di morire con dignità e questa è la parola chiave di questa riflessione. Il tema non è la divisione tra ‘pro life’ e ‘pro choice’, il tema è la possibilità di porre fine alla propria vita nel momento in cui, per qualsiasi tipo di ragione, quella vita faccia il proprio naturale corso. Oggi quel corso naturale può essere impedito dalla tecnologia, ma deve essere la persona scegliere o meno le possibilità della tecnologia. Se sceglie di non utilizzarle, la sua scelta deve essere rispettata”.