Tagli sanità, sindacati medici non ci stanno. Rossi: "Leggi deleterie ma da applicare"

Di Redazione | 12 Febbraio 2018 alle 11:28

Tagli sanità, sindacati medici non ci stanno. Rossi: "Leggi deleterie ma da applicare"

“Chiediamo un incontro urgente con i vertici regionali”

La Regione Toscana ha emanato da alcuni giorni una direttiva alle Aziende sanitarie che prevede tagli sul personale per circa 45 milioni di euro. Si chiedono ulteriori sacrifici ai dipendenti di un sistema che da tempo è sotto stress. Dopo la difficile riorganizzazione in macro-aziende e la stagione degli esuberi che ha portato ad una rilevante riduzione del personale sanitario appena tre anni or sono, dalla Giunta Regionale parte l’ennesima direttiva che si abbatte inaspettata su un sistema sanitario senza pace.

“La legge finanziaria approvata dal governo Gentiloni – ha detto il governatore Enrico Rossi impone alle regioni che, indipendentemente dal pareggio di bilancio, la spesa per il personale in sanità, al netto dei rinnovi contrattuali, sia inferiore a quella del 2004 almeno dell’1,4 per cento entro il 2020, pena per la Toscana una decurtazione di 60 milioni all’anno dal fondo sanitario regionale. Noi di Liberi e Uguali abbiamo votato contro la finanziaria di Gentiloni anche per questo motivo; io personalmente sono uscito dal PD non condividendo, tra tante cose, le politiche di quel partito in materia di sanità. D’altra parte non è un caso che la ministro Lorenzin, proveniente dal centrodestra, sia candidata a Modena alleata con il PD. Se Liberi e Uguali saranno forti, prendo impegno, come dirigente nazionale di questo soggetto politico, a fare in modo che i nostri parlamentari si attivino affinché quella norma così vincolante e stupida venga abolita. Se i sindacati della sanità intenderanno mobilitarsi, come hanno già fatto, contro queste politiche nazionali le quali mettono la sanità pubblica in ginocchio, io sarò con loro. In Toscana è chiaro che le leggi dello Stato devono essere applicate per evitare di perdere ulteriori risorse finanziare e essere commissariati dal governo. Quindi applicheremo queste norme, che considero deleterie e aberranti, con senso di giustizia e intelligenza e con il metodo della concertazione con i sindacati e le forze sociali e istituzionali in cui mi impegnerò personalmente già a partire da questa settimana. La concertazione avverrà ovviamente su documenti ufficiali della giunta che io e l’assessore Stefania Saccardi presenteremo insieme”

Sindacati sul piede di guerra: “L’intersindacale Medica, Veterinaria e Sanitaria della Toscana non può che esprimere forte preoccupazione e contrarietà rispetto ad una decisione che, in questi termini, sembra essere una esclusiva della Toscana. Decisione che esce sulla stampa con una tempistica singolare posta com’è a ridosso delle elezioni nazionali. Il tutto in una Regione che ha assistito, negli ultimi mesi, ad una scissione all’interno della maggioranza di governo che ha visto il Governatore Rossi abbandonare il PD per aderire a una nuova formazione politica. Lo stesso Governatore, che mantiene a pieno titolo la responsabilità del governo della Regione e degli atti emanati dalla Giunta, dichiara pubblicamente, come esponente di Liberi e Uguali, che sono necessarie 40.000 nuove assunzioni nel Sistema Sanitario Nazionale. Una dichiarazione che collide in modo eclatante con le decisioni che assume nella Regione che governa.

I Medici e i Dirigenti sanitari non ci stanno. Da troppo tempo continuiamo a mantenere ad alto livello la qualità degli standard assistenziali della Toscana a costo di gravosi sacrifici. Turni di lavoro oltre i limiti normativi e organizzativi sanciti dalla direttiva europea sui riposi, decine di migliaia di ore di straordinario non retribuite e anni di ferie arretrate non fruite. Questo lo scenario sul quale arriva la notizia di 45 milioni di euro di tagli inattesi sul personale. Nel contempo vengono scaricate sul bilancio sanitario partite che dovrebbero essere collocate in altri capitoli del bilancio regionale e la Legge Finanziaria 2018 allenta la restrizione per la spesa riferita al personale del SSN incrementando la possibilità di assunzioni per le Regioni virtuose e quindi anche per la Toscana.

Se questa decisione andrà avanti (e verrà mantenuta anche dopo il 4 marzo) saranno inevitabili forti tagli ai servizi erogati ai cittadini, a partire dai centri ospedalieri periferici, dove già oggi le risorse sono ridotte all’osso e i professionisti che si vorrebbero tagliare già non ci sono più, oramai da anni, sostituiti da Colleghi di altre strutture che si sobbarcano i turni scoperti in sedi spesso molto disagiate. Che queste ricadute non siano note alla Giunta Regionale della Toscana, ed in particolare al suo Presidente e all’Assessore alla Sanità, non appare credibile. È evidente il disegno di trasferire alla sanità privata parte consistente delle attività sanitarie pubbliche, lasciando campo libero all’intermediazione assicurativa.

Anche alla luce di queste scellerate proposte, risulta inaccettabile la tesi per cui disservizi e liste di attesa sempre più lunghe siano da mettere in relazione, come recentemente ribadito, con la libera professione dei medici ospedalieri, che, più di tutti, soffrono di una situazione di degrado organizzativo che rende difficile per i cittadini l’esigibilità del diritto alla salute, l’unico che la Costituzione definisce fondamentale. L’intersindacale della Toscana chiede un incontro urgente per conoscere come il Presidente della Giunta regionale, l’Assessorato alla Sanità e le Aziende Sanitarie, attuando questi nuovi tagli al personale, intendano garantire la quantità, la qualità e la sicurezza delle prestazioni sanitarie erogate attualmente a favore dei cittadini della Toscana”.



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