Continua il lavoro da parte della Regione Toscana per affrontare i problemi della sanità pubblica, a partire dall’abbattimento delle liste di attesa. Approvata una delibera regionale che stanzia 18 milioni sui 30 complessivi previsti per l’attività aggiuntiva dei camici bianchi per velocizzare i tempi di attesa attraverso una prestazione lavorativa fuori dall’orario di esercizio che viene remunerata con soldi extra.
“I nostri professionisti stanno facendo un lavoro straordinario, stanno facendo tutti i turni possibili in tutti gli orari immaginabili per cercare di tenere alto il volume delle prestazioni – spiega Simone Bezzini, Assessore Regionale al Diritto alla Salute -. Per cercare di contenere questa difficoltà abbiamo approvato una delibera che mobilita risorse per circa 30 milioni di euro tra produttività aggiuntiva, in parte maggioritaria, e ricorso al privato convenzionato, in parte minoritaria, per aumenti i volumi di prestazioni nel 2025 per cercare di costruire quanto più possibile una risposta ai bisogni che vengono espressi alla popolazione. Prestazioni che si distribuiranno in tre filoni: le visite specialistiche, la diagnostica e l’attività chirurgica”.
Un atto regionale che arriva insieme alle aspre critiche del Ministro della Salute Orazio Schillaci che punta il dito proprio contro le Regioni per il mancato rispetto delle norme sulle liste d’attesa sanitarie secondo cui il 27% delle strutture presenterebbe irregolarità gravi. Non si è fatta attendere però la risposta dell’Assessore Bezzini.
“Le Regioni non possono essere lasciate da sole, come sta facendo il Governo di fronte a questo enorme problema delle liste di attesa. Il Governo non mette a disposizione risorse, non ha definito nessuna strategia sull’appropriatezza. Va detto – ribadisce Bezzini – soprattutto in queste ore in cui il Ministro attacca le Regioni senza rendersi conto che le Regioni e i nostri professionisti stanno facendo i salti mortali. Noi avremmo bisogno di un maggiore aiuto da parte del Governo cosa che non c’è. Se vogliamo ridurre davvero il fenomeno delle liste d’attesa serve il lavoro delle Aziende Sanitarie, servono le iniziative delle Regioni ma servono anche le iniziative da parte del Governo. Più finanziamenti e una strategia per l’appropriatezza prescrittiva, che valga su tutto il territorio nazionale”.