Il maltempo e le piogge abbondanti di queste settimane che hanno inzuppato i terreni rendendo più difficile la cerca da parte dei cani e la raccolta del pregiato tartufo bianco la cui quotazione media nazionale ha raggiunto i 3.800 euro al chilo per pezzature oltre i 50 grammi secondo il portale www.tartufo.com A dirlo è Coldiretti Toscana in occasione dell’avvio della stagione di raccolta del Tuber magnatum Pico che si preannuncia finalmente positiva nelle tartufaie della regione ed anche per i consumatori ed appassionati che potranno spuntare prezzi decisamente interessanti. In Toscana sono 11 le associazioni di tartufai che radunano oltre 1200 cercatori e di alcuni consorzi volontari di tutela.
Le condizioni climatiche favorevoli – sottolinea Coldiretti Toscana – hanno favorito un contenimento dei prezzi rispetto allo stesso periodo dello scorso anno quando si registravano, per le stesse dimensioni e secondo la stesa fonte, valori intorno ai 6.500 mila euro al chilo. Un prezzo allora determinato dalla scarsità di prodotto complice la lunga siccità dello scorsa estate che aveva fatto venire meno le caratteristiche per uno sviluppo ottimale del Tuber magnatum Pico che ha bisogno di terreni freschi e umidi sia nella fase di nascita che in quella di maturazione. Arrivati a metà novembre, si aprono scenari incoraggianti sulla stagione del tartufo bianco con il clima e l’abbassamento delle temperature che assicurano una qualità davvero alta con ottimi profumi che rispecchiano appieno le caratteristiche peculiari del Tuber magnatum.
Il tartufo – riferisce Coldiretti Toscana – è un fungo che vive sotto terra ed è costituito in alta percentuale da acqua e da sali minerali assorbiti dal terreno tramite le radici dell’albero con cui vive in simbiosi. Nascendo e sviluppandosi vicino alle radici di alberi come il pino, il leccio, la sughera e la quercia – spiega Coldiretti Toscana – il tartufo, deve le sue caratteristiche (colorazione, sapore e profumo) proprio dal tipo di albero presso il quale si è sviluppato. La forma, invece dipende dal tipo di terreno: se soffice il tartufo si presenterà più liscio, se compatto, diventerà nodoso e bitorzoluto per la difficoltà di farsi spazio.
Con l’autunno si moltiplicano nella regione le mostre, feste e le sagre dedicato al tartufo eletto da un recente sondaggio online di Coldiretti Toscana il prodotto dell’autunno preferito (insieme ai funghi) con il 45% delle preferenze battendo di gran lunga zucche (20%), uva (15%), castagne (15%) ed altri (5%). Si tratta appuntamenti che rappresentano una ottima occasione per acquistare o assaggiare il tartufo nelle migliori condizioni e ai prezzi più convenienti ma anche per difendersi dal rischio dell’inganno con la vendita di importazioni low cost spacciate per italiane. Così come importante è l’indotto legato al turismo di borghi e paesi di montagna con 5.600 agriturismi regionali, locande e ristoranti che propongono ricette e piatti della tradizione stagionali.
La ricerca dei tartufi praticata già dai Sumeri – riferisce Coldiretti Toscana – svolge una funzione economica a sostegno delle aree interne boschive dove rappresenta una importante integrazione di reddito per le comunità locali, con effetti positivi sugli afflussi turistici come dimostrano le numerose occasioni di festeggiamento organizzate in suo onore. I tartufi sono noti per il loro forte potere afrodisiaco e in cucina – conclude Coldiretti Toscana – il bianco (Tuber Magnatum Pico) va rigorosamente gustato a crudo su noti cibi come i tagliolini e i risotti e per quanto riguarda i vini va abbinato con i grandi vini rossi.
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