Dopo il terremoto la volontà dei sindaci è acquisire informazioni sul tema per riferire cittadini
Importante incontro venerdì scorso a Sarteano per fare il punto sul fenomeno sismico che ha interessato nei giorni passati l’area e preoccupato non poco la cittadinanza dei comuni di Cetona, San Casciano dei Bagni e Sarteano.
La riunione, convocata dai sindaci dei tre comuni del Monte Cetona in seno al servizio di Protezione Civile dell’Unione dei Comuni della Valdichiana Senese, ha visto la partecipazione del geologo Riccardo Dringoli, responsabile della Protezione Civile della Provincia di Siena, e del professor Enrico Tavarnelli, esperto di relazioni fra tettonica e sismicità, oltre ai sindaci di Cetona e Sarteano, Roberto Cottini e Francesco Landi, e il vicesindaco di San Casciano dei Bagni Fabiola Ambrogi.
La volontà dei sindaci è stata quella di acquisire da esperti del settore informazioni sul tema per poter riferire in modo completo e argomentato ai cittadini.
Il fenomeno si è verificato nella zona del Monte Cetona a partire dal 15 aprile con una prima e poco percettibile scossa, che poi ha visto altri due eventi di magnitudo 2.7 e 2.1 il 13 giugno, per raggiungere infine il picco sabato 15 giugno alle ore 19:31 con una scossa di magnitudo 3.4. Le successive scosse di assestamento sono state registrate con magnitudo sempre più bassa fino a lunedì scorso.
“Ogni fenomeno sismico che si è verificato negli anni in Italia, a partire dal Friuli, Irpinia, fino all’Emilia e Umbria, ha la stessa motivazione di partenza – sostiene Tavarnelli -, ovvero il lento ma mai cessante scorrimento di una placca tettonica sotto al mare Adriatico che da sud sale verso nord. Questo movimento della placca Adriatica genera frizione con quelle limitrofe, che si caricano di energia potenziale; quando viene superata una soglia critica di resistenza, la frizione accumulata in tempi lunghi determina la fratturazione dei corpi rocciosi coinvolti, trasformandosi istantaneamente in energia cinetica, che dà origine al fenomeno sismico. Per questo la dorsale dell’Appennino più vicina all’Adriatico è maggiormente soggetta a tali fenomeni.
La zona del Monte Cetona è a margine di questo movimento e per questo ne risente in maniera nettamente minore rispetto alle zone appenniniche, ma non ne è totalmente indenne, come dimostrato dagli eventi degli scorsi giorni.
Affrontati dai sindaci nella riunione i dubbi sollevati da alcuni cittadini, quali ipotetici nessi fra il terremoto e le attività estrattive o geotermiche presenti nella zona. Nessi nettamente smentiti dai geologi presenti: “Entrambi i fenomeni – sottolinea Tavarnelli – agiscono a livello molto più superficiale rispetto alla vera causa degli eventi tellurici, cioè il movimento della placca sottostante il mar Adriatico”.
Cosa aspettarci per il futuro? “La geologia – continua Tavarnelli – purtroppo non può prevedere il futuro. Il tema di fondo è che la placca adriatica continua a muoversi verso nord e la zona del Cetona, anche se lentamente e in maniera marginale, viene trascinata da questo movimento che può generare i fenomeni sismici dei giorni passati. Le scosse dello sciame che sono calate stanno a indicare che quello sciame è in esaurimento. Ma questo, purtroppo, non significa assolutamente che non possano verificarsi nuovi fenomeni. Non è possibile capire quando, né prevederne l’intensità”.
“Ciò che possiamo fare – conclude Dringoli – è sapere come comportarsi prima e durante i terremoti consultando ad esempio il sito relativo alla campagna di sensibilizzazione e informazione della Protezione Civile “io non rischio”. Come enti pubblici, invece, è importante, oltre che obbligatorio, adottare i piani di protezione civile ma anche lavorare sugli adeguamenti sismici degli edifici pubblici. Sarebbe inoltre importante che anche i privati facessero approfondimenti sullo stato di salute degli edifici di proprietà e fossero consapevoli del grado di tenuta sismica della propria abitazione”.
L’incontro si è concluso con la volontà dei tre sindaci di organizzare a breve un incontro pubblico alla presenza degli esperti della protezione civile dell’Unione dei Comuni della Valdichiana Senese e della Provincia, con il supporto dell’Università di Siena, da tenersi a Cetona.