C’era anche una nutrita delegazione da Siena, questa mattina, a rafforzare il fronte della protesta di agricoltori, cittadini e istituzioni in Piazza Duomo, a Firenze: con l’emergenza Covid che ha ridotto per mesi la presenza dell’uomo all’aperto proliferano i cinghiali che hanno invaso città e campagne in Toscana con un aumento del 15%. Gli ungulati si spingono sempre più vicini ad abitazioni e scuole, fino ai parchi dove giocano i bambini, distruggono i raccolti, aggrediscono gli animali, assediano stalle, causano incidenti stradali con morti e feriti e razzolano tra i rifiuti con pericoli per la salute e la sicurezza delle persone.
La Giunta della Regione Toscana ha già deliberato, in linea con le legittime istanze degli agricoltori rappresentate in maniera pressante in tutte le sedi da Coldiretti Toscana, dando la possibilità agli agricoltori – in applicazione dell’articolo 37 della norma regionale – di intervenire direttamente, con il coordinamento della Polizia Provinciale. Un atto importante e unico che, però, necessita di atti procedurali utili – aggiunge Coldiretti Toscana – alla efficacia effettiva del provvedimento regionale, anche attraverso un confronto serrato con la polizia provinciale. Oltre ai rilevanti danni alle colture, è ingente l’impatto negativo – insiste Coldiretti Toscana – sulla biodiversità e sull’ambiente in generale, parallelamente al ripetersi degli incidenti stradali dovuti ad animali, in molti casi drammatici o mortali. La situazione è diventata insostenibile nelle campagne con danni per almeno 20 milioni di euro all’anno alle produzioni agricole ma – sottolinea Coldiretti Toscana – viene compromesso anche l’equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali in aree di pregio naturalistico con la perdita di biodiversità sia animale che vegetale. Senza dimenticare il pericolo della diffusione di malattie evidenziato dallo stesso Piano di sorveglianza e prevenzione per il 2021 pubblicato dal ministero della Salute che ribadisce come i cinghiali abbiano una responsabilità fondamentale per la diffusione della Peste Suina Africana (Psa) e dunque una delle misure necessarie in Italia è la gestione numerica della popolazione di questi animali. L’azione dunque secondo il Piano – continua la Coldiretti – deve essere indirizzata alla riduzione sia numerica che spaziale attraverso le attività venatorie, le azioni di controllo della legge 157/92 articolo 19 e le azioni programmabili nella rete delle aree protette.