“È una legge di riferimento nazionale che prende in considerazione aree importanti e preziose ma con fragilità legate anche alla difficoltà di collegamento. Una legge che riguarda circa i due terzi del Comuni toscani: una cornice che ci permette di procedere con i bandi per assegnare risorse”.
Eugenio Giani interviene sulla legge per la ‘Valorizzazione della Toscana diffusa’ oggi alla discussione in Consiglio regionale. Il presidente presenta anche un emendamento che prevede per il 2025 risorse aggiuntive per 2 milioni e 300 mila euro, destinate complessivamente alla residenzialità (contributi ad acquisto e affitto per abitazioni) e al sostegno degli esercizi di vicinato. Due misure ‘specchio’ di quel che si propone Giani con la legge: assicurare una crescita equilibrata e la parità dei diritti ai residenti di tutti i territori toscani. Racchiudere in un unico strumento normativo disposizioni finalizzate a rimuovere squilibri territoriali e valorizzare distinte identità dei territori regionali.
Guardando all’articolato il concetto di Toscana diffusa è un concetto ‘elastico’: declinato nel Prs (Programma regionale di sviluppo 2021-2025), si riferisce all’insieme di comuni che vivono in condizione periferica rispetto all’asse centrale, perciò esposti a fenomeni di spopolamento e al rischio di abbandono.
La sfida della legge è quella di garantire i servizi “di cittadinanza”, per restituire futuro e qualità del vivere a residenti e comunità. Si considerano queste realtà custodi di patrimonio ambientale, storico e identitario della Toscana.
Concretamente, gli atti della programmazione regionale (Prs e Defr) definiranno i territori interessati.
Le risorse dei fondi europei e nazionali per la coesione e lo sviluppo costituituiranno un sostegno imprescindibile per la crescita dei territori della Toscana diffusa. “Sono 27 articoli e circa 20 principi – spiega il presidente – per costruire bandi ad hoc sui temi indiduati in legge: commercio, servizi sociali e sanitari, infrastrutture anche digitali recupero del patrimonio storico, artistico e paesaggistico. In primo piano anche la difesa del suolo per evitare disastri idrogeologici”.