Un focolaio di morbillo nella Toscana costiera ha riacceso i riflettori e l’attenzione su un virus simile, quanto a pericolosità, a quello del covid. Nelle ultime settimane tra Pisa e Livorno sono stati segnalati 23 casi, quasi tutti tra adulti non vaccinati. Molti ricoverati per i sintomi importanti. Quanto è bastato a far suonare il campanello d’allarme: si tratta di una malattia che può avere complicanze rischiose. Soprattutto tra i bambini.
“Ciò che allarma il pediatra sono le potenziali complicanze legate all’infezione stessa – spiega Salvatore Grosso, direttore della pediatria dell’Aou Senese, ai microfoni di Siena Tv – In un bambino su mille, quindi con un’incidenza estremamente elevata, nel momento in cui il virus raggiunge il sangue passa al sistema nervoso centrale aggredendolo. E abbiamo quindi quello che chiamiamo meningoencefalite morbillosa che conduce, quando non a morte, a una grave disabilità neurologica. Con ua percentuale fortunatamente inferiore il virus del morbillo può determinare un’altra importantissima e gravissima patologia che si chiama panencefalite subacuta sclerosante che esordisce a distanza distanza di 3 – 4 anni dopo che il bambino ha avuto il morbillo. I meccanismi si conoscono soltanto in parte, la patologia esordisce con crisi convulsive estremamente aggressive e una degenrazione delle cellule nervose che in 2 – 3 anni porta poi il bambino a morire”
Non desta ad oggi preoccupazione la situazione in provincia di Siena ma il focolaio nella Toscana costiera ha spinto la Regione ad un appello alla vaccinazione, anche per gli adulti.
“Ci sono delle sacche di popolazione adulta non vaccinata – aggiunge Grosso -. Chiaramente è intuibile il concetto che l’adulto si avvicina al bambino quando ancora fisiologicamente non è prevista la vaccinazione trasmettendogli il morbillo. Purtroppo il contagio nei primi mesi di vita è estremamente aggressivo con alto rischio di morte”.