Un altro morto sul lavoro nel senese. Spiganti (Cgil): "Nella nostra provincia infortuni superiori alla media nazionale"

Il commento del sindacato all'ennesimo caso: "Più formazione e controlli altrimenti non mettiamo fine a questa tragedia"

Di Cristian Lamorte | 12 Febbraio 2025 alle 20:20

Meno di una settimana fa i dati 2024 dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega, con 5 morti sul lavoro in provincia di Siena su una popolazione lavorativa di poco oltre i 118mila occupati, al 38esimo posto nella classifica nazionale. Soltanto ieri, purtroppo, un nuovo decesso a Pienza dove a perdere la vita è stato un 45enne. Ma i numeri non possono raccontare fino in fondo la tragedia di un fenomeno che necessita di interventi sempre più urgenti.

“Purtroppo siamo davanti all’ennesima e direi inaccettabile morte sul lavoro anche nella nostra provincia e che non è sicuramente esente da infortuni gravi e anche da morti sul lavoro – sottolinea Daniela Spiganti, segretaria confederale Cgil Siena -. E’ una una strage ormai infinita e se pensiamo che ci sono oltre tre morti al giorno sul lavoro, che oltre tre persone la mattina escono di casa e non ne fanno ritorno, credo che siamo arrivati veramente davanti a un’emergenza che necessita sicuramente di regole certe. Fra l’altro oggi e domani parte la nostra campagna referendaria perché come Cgil abbiamo promosso anche dei referendum e uno dei temi di questi referendum è proprio la sicurezza nei luoghi di lavoro e la responsabilità in solido dei committenti perché, credo, che insieme alla formazione che sicuramente deve avere un ruolo fondamentale e deve essere continua, insieme a maggiori controlli, siano necessarie e indispensabili anche delle regole. Altrimenti noi non mettiamo fine a questa tragedia, anche nella nostra provincia dove i numeri degli infortuni sono superiori anche alla media nazionale. Crediamo – conclude Spiganti – che sia arrivato il momento di metterci mano e quindi anche di andare a votare quella che è una modifica della normativa che ad oggi c’è”.

Cristian Lamorte

Giornalista dal 2006 ama il suo mestiere perché gli consente di alzarsi ogni mattina senza sapere cosa farà del resto del giorno. Ama le storie, quelle da leggere e quelle da raccontare. Detesta chi guarda invece che osservare, predilige un ricco silenzio ad un povero sproloquio. Nel tempo libero si dedica ai libri e al cammino, in un costante passo dopo passo lungo la linea sottile tra ragione e follia. La stessa linea che lo spinge a ricercare ogni giorno, dopo essersi svegliato, una nuova pagina da scrivere.



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