Un corso di cultura queer all’Università per Stranieri di Siena, il plauso dell’Arcigay

Maesi: “Siamo molto grati a Montanari, scelta importante non solo per la città ma per l’intero Paese”

Di Cristian Lamorte | 23 Gennaio 2025 alle 17:00

“Nel prossimo marzo si terrà un corso di cultura queer aperto a tutti e tutte”. Questo l’annuncio del Rettore dell’Università per Stranieri di Siena Tomaso Montanari durante il discorso che ha tenuto per l’inaugurazione dell’anno accademico. “Spero che attiri cittadine e cittadini decisi a scoprire che, come diceva la nostra Michela Murgia, i confini non ci circondano, ma ci attraversano” ha aggiunto Montanari in riferimento al corso in partenza a Marzo sulla scia di altri Atenei italiani come Sassari e Roma. L’annuncio di Montanari ha colto il favore dell’Arcigay.

“Siamo particolarmente grati al professor Montanari – sottolinea la presidente di Arcigay Natascia Maesi -. Ha fatto una cosa davvero molto importante non solo per la città ma per questo Paese, seguendo peraltro l’esempio di altre Università che hanno riconosciuto il valore di un insegnamento così importante. Parlare di cultura queer significa parlare anche di diritti in un Paese che vive, in questo momento, una contrazione dei diritti fondamentali. Significa parlare di democrazia perché, non dobbiamo dimenticarlo, la nostra democrazia è basata sui diritti e non è basata sull’idea di Stato e quindi di nazione, di Dio o di famiglia; è basata sui diritti e sulla piena cittadinanza di tutte le persone, anche le persone LGBTQ+”.

Un plauso anche alla valorizzazione dell’alfabetizzazione e del pensiero critico come fondamenta dell’università.

“E’ importante che luoghi che sono deputati a fare cultura come le Università – spiega Maesi – si assumano la responsabilità educativa, la responsabilità di alfabetizzare la popolazione, di renderla informata e consapevole, di insegnare, come dice la nostra Costituzione, senza tollerare ingerenze da parte del potere. Il potere politico è farsi comunità educante, quindi questa libertà la dobbiamo difendere e siamo davvero molto grati al Rettore Montanari per aver fatto una una scelta importante con coraggio, col coraggio che lo contraddistingue da sempre”.

 

Cristian Lamorte

Giornalista dal 2006 ama il suo mestiere perché gli consente di alzarsi ogni mattina senza sapere cosa farà del resto del giorno. Ama le storie, quelle da leggere e quelle da raccontare. Detesta chi guarda invece che osservare, predilige un ricco silenzio ad un povero sproloquio. Nel tempo libero si dedica ai libri e al cammino, in un costante passo dopo passo lungo la linea sottile tra ragione e follia. La stessa linea che lo spinge a ricercare ogni giorno, dopo essersi svegliato, una nuova pagina da scrivere.



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