La discussione della tesi di laurea è per ogni studente universitario il momento più atteso del proprio percorso accademico e così lo è stato anche per Simone Pavesi, ex studente dell’Ateneo senese che si è laureato lo scorso dicembre. Per arrivare però a quella data non è stato semplice e anzi lo stesso ex studente ha rilevato forti difficoltà di comunicazione per poi dover provvedere ad un pagamento di tasse di mora ingiustificate.
“Tutto è iniziato quando, provando a iscrivermi per la sessione di laurea di dicembre, non ci sono riuscito – spiega l’ex studente UniSi Simone Pavesi -, nonostante il servizio dell’area personale della segreteria mostrasse una situazione completamente regolare anche ai fini contributivi. Ho quindi chiamato la segreteria e mi ha fatto sapere che ero in ritardo nell’iscrizione al nuovo anno al contrario di ciò che ingenuamente pensavo, mancando solo l’esame di laurea e credendo che la tassa di ricognizione si dovesse versare al momento dell’iscrizione alla sessione di laurea. Però anziché un’indennità di mora, come previsto dal Regolamento, me ne sono state addebitate quattro quindi 400 € di tasse di mora invece che 100 €. Ho chiesto spiegazioni. La dirigente dopo diverse sollecitazioni mi ha risposto formalmente citando il Regolamento, senza però giustificare la decisione dell’amministrazione. Secondo cui quella tassa di ricognizione sarebbe stata divisa in quattro rate, come la contribuzione ordinaria, quattro rate che non sono indicate nel Manifesto e nel Regolamento tasse e che tra l’altro scadevano tutte nello stesso giorno”.
Se il pagamento della tassa di ricognizione dovesse essere diviso in quattro rate, secondo lo stesso Pavesi, dovrebbe essere specificato in modo chiaro nel regolamento con date di scadenza precise. Ma oltre al danno, sempre per l’ex studente UniSi, si sarebbe aggiunta anche la beffa della scarsa comunicazione da parte degli uffici competenti chiamati a rispondere.
“Per mesi ho chiamato tutti i giorni gli uffici per cercare di trovare una soluzione – prosegue il racconto della sua “odissea” Simone Pavesi -. Ho ricevuto risposte veramente dopo molto tempo peraltro che non sono entrate nel merito delle questioni precise che ponevo. Temo che questo sia un tema che è emerso con il mio caso perché io l’ho tirato fuori, ma può aver coinvolto anche altre persone, altri studenti e penso che questi meritino chiarezza e trasparenza e che gli organi di governo si occupino di questo tema e lo chiariscano, nel rispetto quindi degli studenti e della collaborazione che ci deve essere tra studenti e amministrazione”.