Nuova missione esplorativa per il Professore dell’Università degli Studi di Siena e Direttore del Centro Studi Squali di Massa Marittima Primo Micarelli. Dopo lo studio sulle sorprendenti tattiche di predazione dell’orca sugli squali bianchi in Sudafrica, questa volta la ricerca ha avuto luogo in Groenlandia a Kulusuk per osservare lo Squalo della Groenlandia, capace di raggiungere i 500 anni di età. Un’esperienza davvero unica e che può considerarsi storica e di fondamentale importanza per la raccolta di informazioni sull’esemplare animale più longevo del pianeta.
“È stata estremamente impegnativa – racconta questa esperienza il Professore dell’Università degli Studi di Siena e Direttore del Centro Studi Squali di Massa Marittima Primo Micarelli -, perché immergersi attraverso un buco di un metro o poco più di diametro e un metro di spessore nel ghiaccio per andare a incontrare questo animale, con temperature inferiori ai due gradi, è sicuramente stato un impegno che è stato necessario preparare per tempo prima di poterlo affrontare adeguatamente. L’animale è di grande interesse, però rimane una specie particolarmente difficile da conoscere, perché tende a vivere in profondità e di difficile avvistamento. Inoltre è una specie particolare viene chiamato il Matusalemme dei Mari, perché può vivere, secondo alcune stime, tra i 400 e i 500 anni“.
Nonostante le condizioni estreme e i tanti rischi che il gruppo esplorativo ha corso durante la missione a causa delle temperature rigidissime è stato possibile osservare da vicino diversi esemplari. Opportunità che hanno permesso di recuperare materiale e di poterlo esaminare nei laboratori dell’Università di Siena insieme agli studenti di Scienze Naturali, Ambientali e Biologiche. Adesso serviranno mesi e mesi per verificare la validità delle analisi raccolte, l’elaborazione dei dati e la pubblicazione dello studio, che potrebbe far scoprire qualche ulteriore informazione importante sulla biologia dei misteriosi Squali della Groenlandia.
“Abbiamo avuto la fortuna di osservare un paio di esemplari – spiega Micarelli -, di poter raccogliere alcuni campioni che verranno quanto prima trasferiti all’Università di Siena, dove con i colleghi, in modo particolare la professoressa Letizia Marsili, cercheremo di approfondire e sfruttare questi due campioni utili in parte per avere informazioni in merito a caratteristiche sullo stato di salute e quindi a carattere tossicologico, ma speriamo di avere anche altre informazioni relative alla dieta ecologica, alla dieta alimentare e quindi il livello trofico occupato da questo animale”.