UniSi, rifugiato ruandese arrivato a Siena con progetto Unicore. Di Pietra: "Faremo lo stesso con Gaza"

Sono ben 1370 le richieste per cinque borse di studio destinate a studenti palestinesi.  Il rettore Roberto Di Pietra si è dato come obiettivo di mettere in campo "ulteriori atti concreti per queste aree del mondo"

Di Redazione | 7 Ottobre 2024 alle 12:20

Studente di nazionalità ruandese, e rifugiato in Uganda, è risultato vincitore della borsa offerta dall’Università di Siena nell’ambito del progetto UNICORE 6.0 – University Corridors for Refugees, prevista dal bando predisposto dall’Università di Siena. Grazie alla possibilità offerta dall’Ateneo, il giovane ha potuto finalmente raggiungere l’Italia per studiare.

Lo studente, neo immatricolato nel corso di laurea in Chemistry, ha incontrato oggi, in Ateneo, il Rettore Roberto Di Pietra, il professor Federico Lenzerini, delegato del Rettore per studentesse, studenti ericercatrici e ricercatori provenienti da aree di di crisi, e la professoressa e Vanna Micheli, referente della Caritas Siena. L’Ateneo, oltre che ad aderire RUniPace – Rete delle Università italiane per la Pace promossa dalla Conferenza dei Rettori delle Università ltaliane, e al “Manifesto dell’università inclusiva”, partecipa, da tre edizioni, al progetto UNICORE. Tale progetto, promosso da UNHCR e denominato per il corrente anno accademico “UNICORE 6.0”, ha lo scopo di offrire l’opportunità, a studentesse e studenti rifugiate/i residenti in paesi africani selezionati, di completare il loro percorso accademico presso atenei italiani.

Cerestine, questo il nome dello studente selezionato, è risultato vincitore della borsa, ottenendo la valutazione più alta nell’ambito di una short list di 16 candidati ritenuti ammissibili, conformemente alle condizioni previste dal bando UNICORE 6.0. Adesso, con l’aiuto dell’ Università di Siena, potrà studiare, avere un alloggio per l’intero periodo di formazione e usufruire di pasti gratuiti grazie al supporto della Caritas di Siena.

Cerestine è nato nel 1996 in un campo profughi in Uganda da due cittadini ruandesi, che avevano ottenuto il riconoscimento dello status di rifugiato nel suddetto Paese dopo essere fuggiti dal proprio Stato di cittadinanza durante i tragici e eventi del genocidio che ebbe luogo in Rwanda tra aprile e luglio 1994. Sebbene Cerestine sia nato in Uganda ha acquisito 1a cittadinanza del Rwanda, essendo entrambi i genitori – dai quali ha anche ereditato lo status di rifugiato – cittadini di tale paese. In Uganda Cerestine ha brillantemente completato i propri studi superiori in Bachelor of science with education-secondary, oltre a svolgere attività di ricerca nell’ambito della sostenibilità ambientale e del cambiamento climatico, con un focus particolare sulla condizione delle famiglie nell’insediamento di rifugiati di Nakivale e nell’ambito delle comunità ospitanti. Si è candidato per il bando UNICORE 6.0 selezionando I’Università di Siena tra tutti gli atenei italiani aderenti, chiedendo di essere ammesso al corso di laurea in Chemistry, che frequenterà a partire dal presente anno accademico.
“Prosegue l’azione dell’Università di Siena in favore di docenti e  studentesse e studenti rifugiati provenienti da aree di crisi – ha detto il Rettore Roberto Di Pietra -. Ringrazio il Delegato professor Lenzerini e la dottoressa Di Rienzo per l’impegno profuso anche in questo caso. Questo è quello che concretamente fanno le Università per i loro studenti e studentesse che si trovano in queste situazioni. Questo è quello che dobbiamo continuare a fare con maggiore intensità”.

Aggiunge il professor Federico Lenzerini: “L’arrivo di Cerestine presso il nostro Ateneo costituisce uno di quei momenti in cui si realizzano i valori che sono condivisi da tutta la nostra comunità accademica, i valori della solidarietà, della condivisione, dell’empatia nei confronti di chi vive in condizioni di particolare sofferenza e della volontà di contribuire a costruire un mondo un po’ più equo, in un periodo storico in cui il linguaggio della violenza e delle prevaricazioni sembra avere il sopravvento. Ciò che ci rende particolarmente orgogliosi è il fatto che la nostra attività a favore di studentesse e studenti provenienti da aree di crisi è fortemente supportata e condivisa da tutti coloro che fanno parte della nostra Università, a partire dalle ragazze e dai ragazzi che studiano presso di noi”.

Per l’Università degli Studi di Siena la partecipazione al progetto UNICORE si colloca nel contesto dell’attività portata avanti dall’ufficio gender equality, human rights e politiche integrate – Sportello avanzato Just Peace a favore di studentesse e studenti provenienti da aree di crisi, che fino a questo momento ha consentito di porre le basi per garantire un futuro dignitoso, attraverso l’erogazione di borse di studio, a 32 ragazze e ragazzi perseguitate/i o addirittura in pericolo di vita nel loro paese di provenienza.

Oltre al progetto UNICORE, l’Ateneo offre altre attività di supporto verso studenti/studentesse provenienti da aree di crisi, fra cui borse destinate a studentesse e studenti palestinesi per l’iscrizione a corsi di area umanistica, economica, scientifica e delle scienze internazionali.

Questo in linea con quanto deliberato dal Senato Accademico dell’Università di Siena nella seduta del 9 aprile, durante la quale l’Ateneo ha espresso vicinanza “alle comunità accademiche delle Università di Gaza”, con cui per anni l’Università di Siena ha avuto rapporti di collaborazione e amicizia, e che oggi sono state completamente distrutte. Per dimostrare concretamente questa vicinanza, l’Università di Siena esprime parere favorevole a mettere a disposizione risorse per borse di studio e percorsi di accoglienza per studentesse, studenti e docenti di Gaza. Sono ben 1370 le richieste per cinque borse di studio destinate a studenti palestinesi.  Il rettore Roberto Di Pietra si è dato come obiettivo di mettere in campo “ulteriori atti concreti per queste aree del mondo. Faremo lo stesso – aggiunge – anche con chi si oppone al regime di Putin. Preferiamo gli atti concreti: accogliere e dare concretamente un aiuto. È una goccia nel mare, però bicchiere dopo bicchiere cambieremo questo mare”.



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