Università chiuse. Risultato? Aule vuote e studenti tutti a casa, fra la teledidattica e l’inizio di una nuova serie Tv. La sera, però, dalle 21 in poi, Siena resiste e ieri ne è stata la prova. La città era viva, anche se non piena come una settimana fa, ma sono ancora molti i giovani che girano per il centro cittadino e si fermano nei locali di sempre. A cambiare, però, è il fine serata con la chiusura delle discoteche che irrompe nelle abitudini della movida.
Dopotutto lo dice il decreto. Non stupisce, dunque, che in un momento in cui dal governo arrivano raccomandazioni affinché si rispetti la distanza di almeno un metro l’uno dall’altro per prevenire e limitare il contagio, si è deciso per la chiusura di tutti i luoghi in cui possa esserci affollamento, come le discoteche che hanno, attraverso comunicazioni ufficiali e utilizzando i social, diffuso la sospensione della loro attività. Lo ha fatto il Papillon, il Sottosopra, il Vanilla e il Foriporta.
Una decisione dolorosa quella di chi ha optato per la chiusura, ma dettata dall’impossibilità di accollarsi la responsabilità di garantire la giusta distanza di sicurezza. In più, il clima di “psicosi collettiva” non aiuterebbe in ogni caso a favorire l’afflusso di pubblico.
A poter stare aperti sono però i bar e c’è chi coglie la palla al balzo facendo partire il “party” (o meglio il party animals) con tanto di djset, per tutti gli universitari, come quello organizzato da un locale senese per il prossimo 12 marzo (e le locandine sono già condivise in molti profili social).
Una serata che sembra rispettare le norme e che dovrebbe essere a numero chiuso, o almeno così dice chi si è già attivato a partecipare, ma che comunque potrebbe mettere a dura prova gli organizzatori che dovranno stare attenti a far rispettare il fatidico “metro di distanza” fra giovani che chiacchierano, ridono, sorseggiano bibite e trascorrono una serata come tante altre, all’insegna della normalità.
Si. Sa