Si è alzato il sipario all’Università degli Studi di Siena sulla 9° conferenza dell’International Railway History Association, per la prima volta in Italia. Un convegno scientifico in cui si parla di treni e trasporto ferroviario del passato con uno sguardo al presente e ad un futuro segnato dalla sfida urgente della sostenibilità.
“Noi sappiamo come il trasporto su rotaia risponda ad una grande sostenibilità sia su emissioni di CO2 ma anche di materiali ecocompatibili, dell’impiego di infrastrutture esistenti per ridurre il trasporto su gomma – ha spiegato Donata Medaglini, Prorettrice dell’Università degli Studi di Siena– . Tutto questo va verso l’obiettivo della sostenibilità, che è al centro del convegno, ma è anche al centro degli obiettivi del nostro Ateneo. Su questo investiamo in termini di ricerca, di formazione e di impegno quotidiano nel nostro Ateneo”.
La prima giornata di convegno, dal titolo “Un treno per Siena. Passato e presente delle ferrovie nella provincia di Siena”, è stata dedicata totalmente alle ferrovie senesi. Dalla nascita della rete ferroviaria ai giorni d’oggi, un’infrastruttura ancora troppo antiquata che segnala il forte isolamento della città di Siena e della sua provincia.
“L’infrastruttura è quasi ferma al 1849, quando fu aperta la ferrovia a Siena – dichiara Stefano Maggi, docente dell’Ateneo e delegato del Rettore per i trasporti e la mobilità sostenibile -. Però qualcosa nel corso del tempo è cambiato. Purtroppo abbiamo tutti i treni ancora a trazione diesel, che sono magari affascinanti, però non sono compatibili con la sostenibilità di cui peraltro si parla in questo convegno. Tutti, dal turismo alle istituzioni, fino all’Università, abbiamo bisogno di un collegamento e di una connessione efficienti invece non ce l’abbiamo: ci mettiamo 3 ore e oltre per andare a Roma e almeno 1 ora e mezzo per andare a Firenze. Il nostro obiettivo deve essere arrivare a Roma in 2 ore e a Firenze in 1 ora. Questo deve essere l’obiettivo per far uscire Siena dall’isolamento”.