Nella seconda giornata del convegno internazionale e transdisciplinare organizzato dall’Università per Stranieri di Siena è stato Alessandro Giammei, figlio d’anima di Michela Murgia ad analizzare l’eredità della scrittrice scomparsa a causa del cancro. Un dialogo con con il rettore Tomaso Montanari e i molti docenti e studenti presenti per esplorare le trasformazioni delle dinamiche familiari e dei legami affettivi alla luce dei recenti cambiamenti sia a livello legislativo che a livello di rappresentazione culturale.
“Michela Murgia era un’amica personale e un’amica della nostra comunità – la ricorda così Montanari – che ha creato una comunità abitando suglia soglia dell’identità, usandola per includere e accogliere. Ha esercitato con la sua autorità e autorevolezza una protezione, ha vegliato su una comunità colpita, discriminata e violata in tanti modi. La missione della Stranieri è coltivare la stranezza, l’abitare sulle soglie, per un futuro in cui si vive per le identità, e non si muore per esse”.