Donald Trump torna alla Casa Bianca. La sua netta affermazione ottenuta lo scorso novembre è dovuta anche ad una nuova e diversa strategia di comunicazione e di rapporto con i media. A vivere questo cambiamento quotidianamente sulla propria pelle è stato il giornalista e corrispondente dagli Stati Uniti di Sky Tg 24 Marco Congiu. Proprio lo stesso Congiu si è laureato in Comunicazione di Massa a Siena con il professore Maurizio Boldrini che lo ha voluto invitare per una lezione-incontro che si è svolta questa mattina dal titolo “USA, i media al tempo di Trump”.
“Quando l’Università di Siena ti chiama, io mi sono laureato nel 2002, anche se sei a Washington, lasci tutto e torni all’Università di Siena – scherza il giornalista e corrispondente di Sky Tg 24 Marco Congiu -. Il compito di parlare di come è il sistema dei media negli Stati Uniti oggi è arduo perché la dieta mediatica delle persone, non soltanto negli Stati Uniti, è molto cambiata. C’è sempre più attenzione verso il web e i social media, c’è una disintermediazione. E proprio Trump è il principale protagonista della disintermediazione dell’informazione quando si deve affrontare la politica. Perché usando Twitter nel suo primo mandato, e oggi X, come si chiama adesso. In questi primi giorni del suo secondo mandato ha sostanzialmente tagliato fuori l’intermediazione giornalistica dal suo messaggio, parlando direttamente a milioni di persone in America e in tutto il mondo. E proprio così ha rivinto le elezioni”.
Un ruolo decisivo dei nuovi media e delle piattaforme digitali nella campagna elettorale che ha portato all’elezione di Donald Trump che si è rivelato un cambio di passo storico, rifiutando confronti diretti attraverso i tradizionali canali di informazione e prediligendo invece forme di comunicazione senza contraddittorio.
“Trump ha creato una dicotomia tra quelli che lui chiama ‘legacy media’, cioè i media tradizionali e quelli che hanno una tradizione, come i grandi giornali: Washington Post, New York Times o le grandi reti i grandi network televisive, la CNN, NBC, e i social media che lui usa. Attaccando i primi e prediligendo i secondi. Dove non c’è sostanzialmente contraddittorio, non c’è controllo giornalistico e questo è pericolosissimo per la democrazia”.