Usa, i media ai tempi di Trump: lectio magistralis del giornalista Marco Congiu all'Università di Siena

Il giornalista di Sky Tg 24 Marco Congiu è stato ospite dell’Università di Siena e questa mattina ha tenuto una lezione-incontro sui cambiamenti del fare informazione attraverso i Media moderni nell’era di Trump: "Protagonista della disintermediazione dell'informazione"

Di Lorenzo Agnelli | 24 Gennaio 2025 alle 18:30

Donald Trump torna alla Casa Bianca. La sua netta affermazione ottenuta lo scorso novembre è dovuta anche ad una nuova e diversa strategia di comunicazione e di rapporto con i media. A vivere questo cambiamento quotidianamente sulla propria pelle è stato il giornalista e corrispondente dagli Stati Uniti di Sky Tg 24 Marco Congiu. Proprio lo stesso Congiu si è laureato in Comunicazione di Massa a Siena con il professore Maurizio Boldrini che lo ha voluto invitare per una lezione-incontro che si è svolta questa mattina dal titolo “USA, i media al tempo di Trump”.

“Quando l’Università di Siena ti chiama, io mi sono laureato nel 2002, anche se sei a Washington, lasci tutto e torni all’Università di Siena – scherza il giornalista e corrispondente di Sky Tg 24 Marco Congiu -. Il compito di parlare di come è il sistema dei media negli Stati Uniti oggi è arduo perché la dieta mediatica delle persone, non soltanto negli Stati Uniti, è molto cambiata. C’è sempre più attenzione verso il web e i social media, c’è una disintermediazione. E proprio Trump è il principale protagonista della disintermediazione dell’informazione quando si deve affrontare la politica. Perché usando Twitter nel suo primo mandato, e oggi X, come si chiama adesso. In questi primi giorni del suo secondo mandato ha sostanzialmente tagliato fuori l’intermediazione giornalistica dal suo messaggio, parlando direttamente a milioni di persone in America e in tutto il mondo. E proprio così ha rivinto le elezioni”.

Un ruolo decisivo dei nuovi media e delle piattaforme digitali nella campagna elettorale che ha portato all’elezione di Donald Trump che si è rivelato un cambio di passo storico, rifiutando confronti diretti attraverso i tradizionali canali di informazione e prediligendo invece forme di comunicazione senza contraddittorio.

“Trump ha creato una dicotomia tra quelli che lui chiama ‘legacy media’, cioè i media tradizionali e quelli che hanno una tradizione, come i grandi giornali: Washington Post, New York Times o le grandi reti i grandi network televisive, la CNN, NBC, e i social media che lui usa. Attaccando i primi e prediligendo i secondi. Dove non c’è sostanzialmente contraddittorio, non c’è controllo giornalistico e questo è pericolosissimo per la democrazia”.

 

Lorenzo Agnelli

Giornalista pubblicista iscritto all'ordine dal 2020. Esperienza nel ruolo prima come corrispondente locale dalla Val d'Orcia e poi all’interno della redazione di Radio Siena Tv. Prendere parte alle discussioni e conoscere a fondo i fatti sono stati i fattori scatenanti della sua personale passione verso il giornalismo, concentrandosi principalmente sui fatti di cronaca che riguardano la collettività, come la politica e le sue incoerenze, materie da spiegare e rendere accessibili a tutti. Ama la città in cui lavora, Siena, e la sua terra, la Val d’Orcia, luogo capace di offrire bellezza paesaggistica ma anche umana, difficile da spiegare, ma che non si stanca mai di raccontare.



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