“La Val d’Orcia è un eccezionale esempio del ridisegno del paesaggio nel pre-Rinascimento, che illustra gli ideali di buon governo e la ricerca estetica che ne ha guidato la concezione. Celebrata dai pittori della Scuola Senese, la Val d’Orcia è divenuta un’icona del paesaggio che ha profondamente influenzato lo sviluppo del pensiero sul paesaggio”.
Con questo primo passaggio il Parco Naturale della Val d’Orcia è entrato a far parte della lista dei siti UNESCO come paesaggio culturale. Un riconoscimento che è stato assegnato nel 2004 e che oggi viene celebrato a 20 anni di distanza con una serie di iniziative in tutti e cinque i Comuni. Il primo evento si è svolto a Castiglione d’Orcia dove questo traguardo è apparso come un nuovo punto di partenza che guarda al futuro.
“Una giornata di festa ma anche una giornata di analisi di lavoro perché noi siamo i custodi di una grande responsabilità – spiega il sindaco di Castiglione d’Orcia Luca Rossi –. La Val d’Orcia ha raggiunto un grande obiettivo, c’è un grande momento di sviluppo, però ci sono anche altre sfide da affrontare e per questo in modo sinergico con gli altri Comuni dovevamo portarla avanti. Un tema centrale sarà la rivisitazione del piano di gestione. L’impegno istituzionale è legato al coinvolgimento delle giovani generazioni verso i valori di questo territorio perché se si vuole tramandare quello che noi abbiamo ottenuto, bisogna provare a lavorare così, a coinvolgere, a stare tutti insieme e a voler bene a questo territorio. E questo va fatto difendendo il nostro aspetto caratterizzante della socialità”.
Presente all’iniziativa anche Andrea Marrucci, sindaco di San Gimignano, dello splendido borgo patrimonio Unesco, in qualità di vicepresidente dell’Associazione Beni Italiani Patrimonio Mondiale Unesco. Un Ente che vuole fare rete e sinergia tra i 59 siti iscritti nella Lista del Patrimonio mondiale dell’Unesco.
“Abbiamo raccontato quello che è il ruolo dell’Associazione, che è quello di rappresentare gli oltre 50 soggetti gestori dei beni Patrimonio Mondiale, ma anche avere un ruolo propositivo e di stimolo sulle proposte che servono per gestire al meglio questi beni patrimonio dell’umanità – spiega Andrea Marrucci -. Abbiamo ragionato su concetti di responsabilità che parte dal modo noi amministratori sentiamo addosso ogni giorno, ma anche sul fatto che il riconoscimento Unesco non è una medaglia che mettiamo al petto, ma è un impegno quotidiano. La prima responsabilità che portiamo è quella di essere ogni giorno ambasciatori di pace, perché per questo è nata l’Unesco nel ’45 e attraverso non le forme di violenza, la forza della prevaricazione o delle armi, ma con la potenza della cultura, della scienza, della formazione, della comunicazione e dell’informazione che ci porta a comprendere l’altro”.