“Compatti con Bruno, con il contributo di tutti. Istanze di Mezzedimi sulla sofferenza del partito nelle zone periferiche e nella percezione dei giovani su di noi da valutare”
Andrea Valenti, coordinatore provinciale del Pd ha commentato così l’esito dell’assemblea comunale di ieri che ha decretato Bruno Valentini candidato a sindaco dei dem: “Faccio le mie congratulazioni a Bruno Valentini che ieri l’ assemblea ha decretato candidato sindaco del Partito Democratico. Il lavoro che ci attende, permettere a Bruno di svolgere il suo secondo mandato, ci deve vedere tutti protagonisti e compatti, deve partire da proposte serie e concrete, rivendicando quanto fatto nella precedente amministrazione, ma soprattutto mettendo in campo idee, persone, progetti per la Siena che verrà, partendo dalla base programmatica già elaborata, allargandola e ampliandola con il contributo di tutti. Nell’ intervento di Bruno sono stati centrati questi problemi, sono state avanzate proposte, c’è stata una totale messa a disposizione e una giusta e condivisibile richiesta di sostegno completo da parte del PD. Questo è il dovere di Bruno come candidato e questo è il nostro dovere come Partito. L’ Unione Comunale di Siena sa che può contare, come ha fatto fino ad oggi, sul supporto e la disponibilità del Partito Provinciale”.
“E’ doveroso citare Giovanni Mezzedimi – ha continuano – e ringraziarlo per l’ essersi messo comunque a disposizione. Credo che alcune delle istanze sollevate nel suo intervento debbano essere seriamente valutate (la sofferenza del nostro Partito specialmente in alcuen zone periferiche, la percezione che molti giovani hanno del PD come una forza antagonista), ed uso una sua citazione per provare a esprimere un concetto. Giovanni ha parlato del velo di Maya, una colta citazione che fa riferimento ad Arthur Schopenhauer. Il filosofo prussiano, che semplificherò estremamente, prendendo a prestito un concetto della filosofia orientale, parla del velo di Maya come una sorta di velo che copre la realtà, che non ci permette di vedere le cose come sono, perchè la nostra idea della realtà è veicolata dalla rappresentazione, dalla percezione. E’ un concetto sul quale insisto spesso, la differenza tra reale e percepito. Non esiste una realtà, esistono tante percezioni quante sono le persone nel mondo, che creano una loro idea di realtà in base al proprio vissuto, alle proprie informazioni e a come le riformulano, alla propria vita sociale, affettiva, lavorativa, al proprio bagaglio culturale e sensoriale. Di questa velatura del reale noi dobbiamo tenere conto, in uno sforzo costante di cogliere più percezioni possibile e adattare le nostre idee, le soluzioni che proponiamo anche alle prospettive che hanno le persone, alla loro rappresentazione della realtà. Pena il non essere compresi, o peggio, l’ essere considerati inadeguati”.