Sul nuovo Piano operativo del Comune di Siena interviene Bruno Valentini, ex sindaco ed attuale consigliere comunale.
“Dopo aver perduto un anno intero per non aver ascoltato preventivamente le indicazioni della Regione, il Piano Operativo arriva in Consiglio Comunale. C’è poco da festeggiare perchè questa Amministrazione non ha saputo proporre un progetto di ampio respiro nè risparmiare suoli vergini, limitandosi ad accogliere il massimo possibile di richieste private a costruire e senza sapere cosa fare di grandi contenitori che si svuoteranno come ad esempio i tanti immobili di Banca MPS e del Distretto sanitario di Pian d’Ovile. È puerile dichiarare che il Piano Operativo “è fermo dal 2011”, perchè nel 2011 fu approvato (allora si chiamava Regolamento Urbanistico) con una validità di 5 anni e nel 2016 la precedente Amministrazione iniziò la sua revisione, dando gli incarichi professionali necessari, facendo numerose assemblee pubbliche e definendo i limiti territoriali di dove poter intervenire e dove no. Pur trovandosi una buona parte del lavoro già fatto, la Giunta De Mossi ha proceduto con modalità opache senza organizzare nemmeno un confronto pubblico e soprattutto ha impiegato tre anni e mezzo per portare in fondo il Piano Operativo contro i due anni di lavoro precedenti. Ripeto che sarebbe interessante verificare se ci sono state compravendite di immobili e/o aree edificabili prima dell’approvazione definitiva delle nuove edificazioni o dei cambi di destinazione, perchè la speculazione è sempre in agguato in momenti come questo. Fra le cose che non ci piacciono, il Piano Operativo targato De Mossi apre le porte a molti, troppi nuovi supermercati, che metteranno in difficoltà una rete commerciale già stressata dalla crisi, ed inoltre non aver voluto coordinarsi con i Comuni vicini, senza provare a ripensare le aree di confine e la viabilità conseguente. Infine, è amara la soddisfazione di riscontrare che le previsioni cancellate dalla Regione erano già state motivatamente criticate dalle minoranze durante la discussione in Consiglio Comunale. Bastava ascoltarci”.