Quella del 2021 si può definire una vendemmia resiliente per l’Orcia Doc. Nonostante le avversità climatiche, che hanno causato un calo produttivo di circa il 15% rispetto allo scorso anno, per l’Orcia Doc la qualità è senza dubbio ottima.
“Negli ultimi anni il clima ha condizionato sempre di più il raccolto – scrive il Consorzio del Vino Orcia – Nel nostro territorio le gelate primaverili hanno colpito maggiormente le aziende della zona più bassa della Val d’Orcia, dove le viti erano già in germoglio. Mentre il gelo è stato ininfluente sia per le vigne disposte sul versante nord dell’Amiata, il cui germogliamento era indietro, sia per le varietà tardive come il Merlot, Foglia Tonda, e Sagrantino. Il caldo però e la siccità estiva hanno messo a dura prova le viti riducendo il calibro degli acini e il peso dei grappoli. Poi nella fase finale della maturazione dell’uva c’è stata un’alternanza di notti fredde e giornate calde. Un vero e proprio toccasana che permetterà al vino di avere un eccellente ricchezza aromatica”.
Nelle vigne dell’Orcia Doc la vendemmia è iniziata gli ultimi giorni di Agosto per terminare nella prima metà Ottobre. Le prime varietà raccolte sono state le uve bianche, seguite dalle uve utilizzate per la “base spumante”. A metà Settembre i vignaioli sono stati impegnati con il Merlot e Syrah, e nei giorni successivi con il Sangiovese, vero protagonista dei vini Orcia Doc. La vendemmia si è conclusa con il raccolto nei vigneti del Foglia Tonda, Sagrantino, Sanforte e Petit Verdot.
In Val d’Orcia la vendemmia avviene in maniera tradizionale: muniti di forbice e cesto si va avanti lungo i filari raccogliendo manualmente i grappoli. Ma ci sono anche aziende che rispetto al passato hanno modificato i loro metodi «Prima facevamo single vineyards – spiega la Presidente Donatella Cinelli Colombini – ora facciamo la vendemmia “collage” selezionando uve della stessa varietà con uguale livello di maturazione ma da appezzamenti diversi. C’è molto più rispetto del frutto e le attività enologiche sono ridotte al minimo per lasciare fare alla natura. Anche in vigna siamo BIO e c’è molta più cura e manualità di prima».
Se da un lato le norme di sicurezza, soprattutto in questi anni, hanno affievolito riti e tradizioni tra i vignaioli, dall’altro lato la vendemmia rimane sempre un momento di festa e convivialità. Non mancano infatti i bei pranzi serviti nei giardini e le occasioni di ilarità come le “brimbicche”, dove i coglitori versano di nascoso l’uva del proprio paniere in quello di un collega, così c’è chi si affatica sollevando spesso la cesta e chi invece cammina leggero tra i filari.