Venticinque indagati per la morte di Sara Roncucci

Di Redazione | 4 Gennaio 2017 alle 18:22

Venticinque indagati per la morte di Sara Roncucci

Una decina di indagati sono dell’ospedale Le Scotte dove era stata operata per un mini by pass gastrico

Sono meno di una decina gli indagati senesi per la morte di Sara Roncucci (LEGGI anche Mamma muore a 31 anni dopo operazione alle Scotte: aperta un’indagine), la giovane madre di Asciano morta a Bergamo dopo un lungo calvario.

Complessivamente sono 25 i medici delle tre strutture sanitarie a cui il pm Gianluigi Dettori ha inviato la notifica di nomina del consulente tecnico in vista dell’autopsia che verrà compiuta l’11 gennaio all’ospedale Papa Giovanni dal medico legale Matteo Marchesi.

Dieci sono i camici bianchi dell’Habilita a cui è stato notificato l’avviso: si tratta del primario e del personale sanitario dell’unità operativa di Bergamo che ha seguito la paziente nell’ultima tappa, mentre i restanti quindici avvisi sono divisi tra i medici dell’ospedale di Latina, dove la giovane donna venne portata una prima volta il 9 settembre e poi nuovamente il giorno 10, quando si verificò l’arresto cardiaco, e quelli senesi delle Scotte dove fu operata.

In effetti, la Procura ha scelto di inviare le notifiche a tutti coloro che hanno avuto clinicamente a che fare con SaraRoncucci, per dare loro la possibilità di nominare un consulente per l’esame autoptico. In seguito ai risultati dell’autopsia, c’è da credere che molte posizioni verranno archiviate.

La vicenda ha inizio il 2 settembre, quando Sara Roncucci, 31 anni, due figli di 12 e 3 anni, originaria di Asciano ma da qualche anno residente a Latina, si opera alle Scotte di Siena per un mini by pass gastrico, necessario per perdere il peso eccessivo accumulato con le gravidanze.

Sei giorni dopo viene dimessa dall’ospedale Le Scotte e torna a Latina, ma il giorno 9 si sente male ed il marito chiama l’ambulanza che la porta a pronto soccorso dell’ospedale locale. Secondo i medici è tutto a posto e la giovane madre viene subito dimessa. Invece c’è qualcosa che non va. Il giorno 10 è lo stesso compagno a portarla al pronto soccorso, e durante la Tac subisce un arresto cardiaco dovuto probabilmente ad una fortissima emorragia addominale. Secondo i medici sarebbe saltata una grappetta interna applicata durante l’intervento di by pass e questo avrebbe provocato l’imponente perdita di sangue.

Sara viene rianimata ma ha subìto dei danni neurologici gravissimi. Per un mese resta in terapia intensiva, viene tracheotomizzata e sottoposta ad un nuovo intervento per ripristinare la canalizzazione gastrica. Il 7 dicembre viene trasferita a Bergamo nella clinica specializzata in riabilitazione Habilita, sezione “Stati vegetativi”. Sara muove solo gli occhi ed è in stato di incoscienza, oltre che con il corpo interamente paralizzato.

Comunque per i familiari, durante la degenza a Zingonia, nonostante lo stato d’incoscienza, “manifesta buone condizioni di salute generale”. Il 26 dicembre “la situazione precipita definitivamente – scrive lo studio 3A – . Il fratello nota che la paziente ha problemi di respirazione dovuti a forte catarro, che un’infermiera provvede ad aspirare”. Poco dopo la mezzanotte Sara Roncucci muore per arresto cardiaco. I familiari si sono affidati allo Studio 3A, società specializzata nella valutazione delle responsabilità civili e penali, ed hanno presentato un esposto dal quale è partita l’indagine.del sostituto procuratore Gianluigi Dettori, per omicidio colposo.



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