“In Toscana, a causa dei cambiamenti climatici, sono stati conferiti meno di 300mila quintali di uve, con una perdita media intorno al 30%: il problema è che pochi agricoltori erano assicurati per le gelate. Va fatta poi una distinzione: le cantine con un territorio ristretto e pochi ettari hanno perso anche il 50% della produzione, mentre la perdita è inferiore per coloro che hanno più ettari di vigneti e magari una posizione migliore a livello di altezza. Leggo di preoccupazioni da parte dei consumatori, ma vorrei precisare: gli agricoltori hanno già sostenuto aumenti, hanno prodotto molto meno rispetto al passato e quindi i ricavi saranno inferiori. Ci scuseranno se ci sarà un piccolo incremento, di 20-30 centesimi in più sulla bottiglia di vino”. A dirlo è Ritano Baragli, vicepresidente di Fedagripesca Confcooperative Toscana e presidente della Cantina sociale Colli Fiorentini, in riferimento all’annata 2021 del vino toscano.
I problemi sono legati ai continui cambi climatici: “Le gelate hanno portato criticità – ha aggiunto Baragli -. A questo poi è seguita la siccità, logico che dunque c’è stata una perdita grave di produzione. Abbiamo più volte incontrato l’assessore regionale Stefania Saccardi ma va detto che in questo caso la Regione può fare poco perché tutte queste calamità naturali erano appunto assicurabili. Certo, se verrà dichiarato lo stato di calamità naturale potranno scattare degli interventi, certamente utili anche se non risolutivi al 100%”.
Baragli è intervenuto anche sulla questione relativa al Parlamento europeo e alla Commissione speciale sulla lotta contro il cancro (Beca), Commissione che dovrà approvare entro i primi di dicembre un rapporto proprio sul vino. Il report non considera che bere vino con moderazione non sembra aumentare l’incidenza del rischio di cancro. “Il messaggio che lanciamo – ha concluso il vicepresidente di Fedagripesca Confcooperative Toscana – è che bere un bicchiere di vino a pasto non può che fare bene. Ha un sacco di benefici a livello di salute. E mette di buonumore!”.