Vendemmia agli sgoccioli e uva al sicuro in cantina. Produzione in netta ripresa per il Vigneto Toscano. La raccolta, quando è alle battute finali, lascia presagire un recupero a doppia cifra (+30%) e una buona qualità secondo il 57,4% dei produttori intervistati dal Centro Studi Divulga mentre per il 18,9% sarà addirittura ottima. Gli elementi per una prima realistica stima ci sono ora tutti. Nelle bottiglie finiranno poco meno di 2,3 milioni di ettolitri di vino, previsione superiore alla media degli ultimi cinque anni (poco meno do 2,2 milioni di ettolitri). A dirlo è Vigneto Toscana, l’associazione dei viticoltori di Coldiretti, sulla base dell’analisi delle previsioni di Assoenologi, Unione Italiana Vini e Ismea e la collaborazione del Masaf.
L’andamento climatico. Dopo un autunno molto piovoso, la stagione viticola è iniziata ad aprile, con un germogliamento in linea con l’anno precedente, lievemente anticipato in alcune zone. – si legge nel rapporto di Assoenologi, Unione Italiana Vini e Ismea – Le temperature primaverili miti hanno evitato il rischio di gelate, permettendo una crescita rapida delle piante e anticipando le fasi fenologiche della vite, evidenziando una buona fertilità. I mesi di maggio e giugno sono stati segnati da frequenti piogge, che hanno reso necessari numerosi interventi per proteggere le colture dalle malattie fungine, con un’attenzione particolare alla Peronospora, che però non ha avuto un impatto significativo. Le piogge hanno anche aiutato a creare riserve idriche, ma hanno occasionalmente causato problemi all’allegagione di alcune varietà sensibili ai fenomeni di acinellatura. Dalla seconda settimana di luglio, il clima è cambiato drasticamente, con un periodo di caldo intenso e assenza di piogge, che ha accelerato la crescita dei grappoli e l’inizio dei processi di agostamento e invaiatura. La maturazione dei grappoli è stata lenta e graduale durante tutto agosto. Nella seconda metà di agosto, puntuali ormai da alcuni anni, si sono iniziati a riscontrare dei danni da ungulati. Le prime vendemmie delle varietà bianche precoci sono iniziate già nella seconda metà di agosto, mentre le varietà rosse come Pinot Nero, Merlot e Syrah sono state raccolte ad inizio settembre. Dalla seconda metà di settembre si è iniziato a vendemmiare anche il Sangiovese.
Clima e ricerca. Il clima è una spada di Damocle che pende sulla viticoltura – e su tutta l’agricoltura – e si riflette, a specchio, sui livelli produttivi condizionando la sostenibilità economica delle aziende. Per contrastarne gli effetti e la diffusione delle patologie ad esso collegate è indispensabile, secondo Coldiretti Toscana, investire in scienza e ricerca applicata, ed in particolare sulle Tecniche di Evoluzione Assistita (Tea), la cosiddetta genetica green. E proprio sull’individuazione e selezione di nuove varietà vegetali più resilienti, più capaci quindi di adattarsi ad un nuovo scenario climatico e più sostenibili, Coldiretti Toscana ha firmato una convenzione Il Consiglio Nazionale delle Ricerche – Istituto per la BioEconomia (IBE-CNR) e sta collaborando con il Crea con l’obiettivo di individuare strumenti e nuove tecniche colturali da mettere a disposizione delle imprese. “Ricerca e sperimentazione sono strumenti chiave in questa sfida per la sopravvivenza di un settore che vale un terzo del Pil agricolo regionale e molto di più in termini di immagine e turismo. – spiega Coldiretti Toscana – Una viticoltura moderna è un’agricoltura di precisione che fornisca concrete soluzioni agli agricoltori per aiutarli a raccogliere prodotti di qualità riducendo l’uso degli input agricoli ed evitando ogni forma spreco”.
Vino, cultura e salute. E’ stata una lunga stagione, vissuta in apnea, per i viticoltori che devono ancora riprendersi dalla disastrosa vendemmia dello scorso anno flagellata dai violenti attacchi della peronospora (260 milioni di euro di danni certificati) che ne avevano condizionato pesantemente l’andamento. Uno spauracchio che si è ripresentato anche quest’anno, complice le piogge di maggio e giugno, ma che bene è stato controllato dai produttori e che ha tenuto con il fiato sospeso gli stessi consumatori che considerano questa bevanda, che fa parte a pieno titolo della Dieta Mediterranea, prima di tutto espressione di territorio e cultura (46%), e poi fonte di piacere ed un modo per stare insieme. Non secondario è il loro ruolo per la nostra salute che si fonda sul consumo equilibrato di tutti gli alimenti a partire dal bicchiere di rosso o di bianco ai pasti i cui effetti benefici sono stati raccontati nel corso dei secoli. Se gli italiani continuano a far segnare record di longevità rispetto agli altri popoli un motivo ci sarà. Da qui il rischio paradossale, ed inspiegabile, di alcune politiche europee, come il tentativo di apporre sulle bottiglie delle etichette allarmistiche adottato in Irlanda, è – spiega Coldiretti Toscana – quello di trovare gli scaffali vino “bollato” con scritte terroristiche accanto a cibi e bevande ultraprocessate, che non hanno niente di naturale, ma che magari vantano bollini verdi e claim positivi, nonostante gli ormai sempre più evidenti e riconosciuti effetti dannosi sulla salute.
I numeri. Sono 16.000 le aziende del settore, 60 mila gli ettari coltivati a vite di cui il 32% con metodo biologico; 58 le indicazioni geografiche riconosciute, di cui 52 DOP (11 DOCG e 41 DOC) e 6 IGT che generano un valore alla produzione di poco meno di 1,2 miliardi di euro ed altrettanti di esportazioni con il 74% delle bottiglie vendute nei paesi extra Ue.
La produzione di vino in Toscana
2019 | 2020 | 2021 | 2022 | 2023 | 2024 (previsione) |
2.625 | 2.209 | 2050 | 2.338 | 1.725 | 2.294 |