Chiesto il rinvio a giudizio per i due genitori affidatari lombardi accusati di violenze e sequestri a carico della figlia, trasferitasi poi nella provincia di Siena. La richiesta è stata fatta dal pm Stefano Ammendola al gup di Milano Sofia Luigia Fioretta, durante l’udienza preliminare relativa al caso.
I due sono accusati di riduzione in schiavitù: secondo l’accusa per circa 15 anni, tra il 2000 e il 2015, avrebbero costretto la giovane, ospitata nella loro casa quando era appena maggiorenne, a subire “violenze sessuali, anche di gruppo” ed anche in “un contesto di riti satanici e messe nere”.
La decisione del gup arriverà ad inizio ottobre, riguardo anche la richiesta di costituzione come parte civile della donna, dei due figli e di due realtà impegnare nella tutela delle donne vittime di violenze e a contrasto dei reati di genere.
Secondo le accuse i due finiti davanti al giudice avrebbero esercitato sulla donna “poteri corrispondenti a quelli del diritto di proprietà”. Nel 2002 dalle violenze, anche psicologiche, subite dalla giovane da parte del genitore affidatario, cui viene contestato anche il reato di violenza sessuale di gruppo, è nato un figlio.
Dal 2005, poi, la donna sarebbe rimasta vittima di abusi durante riti satanici e messe nere, nel 2006 sarebbe riuscita a trasferirsi in provincia di Siena, ma i due sarebbero andati a riprenderla con la forza e l’avrebbero sottoposta ad altre violenze. Il caso ha avuto un iter giudiziario travagliato con denunce presentate dalla donna, che ora ha 41 anni ed è assistita dal legale del foro senese Massimo Rossi.
C.C