L’associazione Vittime del Salvabanche chiede parità di trattamento
L’associazione “Vittime del Salvabanche” chiede l’impegno tempestivo del governo e di tutti gli esponenti politici affinché si estenda, ai risparmiatori azzerati delle 4 banche, la medesima tutela riservata agli investitori del Montepaschi Siena con il decreto “Salva Risparmio”. “Si è infatti – dice l’associazione in una nota – , generata una disparità di trattamento e di tutela per i risparmiatori coinvolti inaccettabile considerato che la tutela costituzionale del risparmio debba valere indistintamente per tutti i cittadini italiani. Mentre infatti in questi giorni il governo ha deliberato l’intervento pubblico nell’istituto senese attuando una ricapitalizzazione preventiva garantendo così la massima tutela possibile anche a tutti gli investitori, per i 4 istituti ormai risolti il precedente governo ha scelto di non intervenire tempestivamente con una ricapitalizzazione preventiva come quella attuata oggi per il Montepaschi, permettendo così che la situazione patrimoniale degenerasse fino alla risoluzione ed il conseguente azzeramento di 130.000 risparmiatori, che ancora oggi gridano giustizia, amareggiati ancora di più dal fatto, che alla luce della soluzione trovata per il Monte dei Paschi di Siena, apprendono con evidenza che la scelta del loro azzeramento non sia dipendente da vincoli UE come il precedente governo ci ha sempre riferito, ma univocamente ad una scelta politica del precedente governo, così come confermato anche dalla lettera, diffusa pubblicamente più di un anno fa, del commissario UE Vestager al governo italiano”.
“Se infatti in questi giorni – prosegue la nota – è arrivato il via libera dall’Unione Europea all’intervento dello Stato, per di più con soldi pubblici, per la ricapitalizzazione preventiva del Montepaschi Siena, restano incomprensibili i motivi per i quali il precedente governo non abbia portato a termine il piano di salvataggio dei 4 istituti che prevedeva la ricapitalizzazione preventiva da parte del fondo di tutela dei depositi con soldi privati, intervento già deliberato e concordato con i commissari di Banca d’Italia: pur volendo infatti riconoscere la natura pubblica dell’intervento del fondo va osservato che i 4 istituti avevano in quel periodo ancora patrimonio netto di poco positivo, così come certificato dai commissari di Banca Italia, per cui erano soddisfatti i medesimi requisiti, oggi applicati per il Montepaschi, che consentono secondo le regole UE l’intervento, eventualmente di natura pubblica, di ricapitalizzazione preventiva. Un siffatto intervento avrebbe generato la conversione integrale in azioni degli obbligazionisti subordinati, così come oggi avviene per gli investitori dell’istituto senese, e non il loro azzeramento. Notizia di questi giorni poi è che gli obbligazionisti dell’istituto portoghese “Espirito Santo”, anch’esso sottoposto alla risoluzione da parte del governo portoghese, riceveranno indistintamente, senza quindi gli assurdi ed iniqui paletti previsti dai rimborsi forfettari per gli obbligazionisti italiani azzerati, un congruo rimborso proporzionale all’investimento poi azzerato dal governo. Alla luce delle considerazioni effettuate, al fine di porre rimedio alla disparità delle scelte politiche negli interventi a tutela del risparmio e ripianare così l’iniquo trattamento da parte dello Stato italiano nei confronti dei risparmiatori coinvolti, l’associazione propone un emendamento al decreto, che possa tutelare anche i risparmiatori delle 4 banche risolte che possa tutelare anche i risparmiatori delle 4 banche risolte attraverso l’emissione di un’obbligazione decennale senza interessi. Nell’emendamento si evidenzia come la soluzione proposta non impatti sulle finanze pubbliche in quanto la copertura dell’emissione di titoli senza interessi deriverebbe dalla cessione dei crediti deteriorati, ipersvalutati in seguito alla risoluzione, attualmente in capo alla Bad Bank, per cui non è in contrasto con alcuna direttiva europea inerente gli aiuti di stato”.